9000 franchi ben investiti
La Commissione politica (CoPo) di Network non opera solo in Svizzera o in Russia, ma tiene d’occhio gli eventi politici anche in Polonia e Ungheria. Hans-Peter Fricker, responsabile della CoPo, informa e spiega l’impatto che può avere un finanziamento iniziale per il lancio di un progetto, come è avvenuto in Polonia.
In Ungheria, il coinvolgimento di Network si limita attualmente all’osservazione della situazione, dice Hans-Peter Fricker e aggiunge: «Al momento, fortunatamente, l’UE sta criticando severamente le leggi anti-LGBT in Ungheria. Questo ci dà un po’ di tempo per verificare l’opportunità di azioni significative da parte nostra. Al momento, ci mancano ancora i contatti per capire quale possa essere il nostro ruolo». La CoPo sta concentrando il proprio lavoro sul voto per il matrimonio civile per tutt* nel nostro Paese. «Ma il problema è reale», dice Hans-Peter e prevede che l’Ungheria sarà un argomento caldo da trattare in seno alla CoPo dopo il voto del 26 settembre.
L’impegno della CoPo in e a favore della Polonia è invece già una realtà. Tutto ebbe inizio con l’Europride di Varsavia undici anni fa, quando una delegazione di 20 soci di Network partecipò all’allora primo Europride nell’Europa dell’Est e gettò le basi per la cooperazione con associazioni partner polacche.
C’è bisogno di aiuto: negli ultimi tre anni in Polonia la situazione della comunità LGBT è di nuovo peggiorata notevolmente. Il governo difende una visione del mondo ultra-conservatrice e cattolica reazionaria, mettendo sempre più sotto pressione la nostra comunità. Ne sono un esempio le cosiddette «zone LGBT-free»: non sono poche le località polacche che hanno dichiarato di esserlo (circa un terzo del Paese!). «In realtà, il Pink Apple Festival un anno fa avrebbe avuto come tema principale la Polonia», dice Hans-Peter. Volevamo organizzare una serata informativa su questo argomento, ma poi è arrivato il coronavirus e non se n’è fatto nulla.
La CoPo mantiene un contatto diretto con l’associazione «L’amore non esclude» e sostiene il suo nuovo progetto «Law does not exclude»: si tratta di un gruppo di giuristi che offre opportunità di assistenza legale alle persone che hanno subito una denuncia a causa del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere, o che vogliono rivendicare il loro diritto alla non discriminazione. «Nel 2020 Network ha fornito un finanziamento iniziale di 9000 franchi per avviare il servizio legale», racconta Hans-Peter. Nel frattempo il progetto è andato avanti, secondo quanto ci viene riportato dalla Polonia. L’associazione ha trovato altri donatori e ha anche raccolto fondi attraverso il crowdfunding.
Per quanto riguarda le zone LGBT-free, la CoPo non vede alcuna possibilità di azione immediata a partire dalla Svizzera. Hans-Peter afferma: «Dieter Achtnich ha verificato se esistono accordi di gemellaggio tra la Svizzera e città e paesi polacchi che si sono proclamati «LGBT-free», ma non ve ne sono: nessun comune svizzero ha un gemellaggio con una di queste località».
Testo: Michel Bossart
Traduzione: Angelo Caltagirone