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Politica zurighese 3.1.21

Alla ricerca di una strategia queer

Il consiglio comunale di Zurigo e il socio di Network Marco Denoth.
Il consiglio comunale di Zurigo e il socio di Network Marco Denoth.

Non solo Network, ma tutta la comunità queer è ben rappresentata nel consiglio comunale e nel consiglio cittadino di Zurigo. Marco Denoth (PS) ci parla delle sue mozioni a favore della comunità queer e dei vantaggi e degli svantaggi derivanti dal far parte di una minoranza fortemente rappresentata.

Nel consiglio comunale e nel consiglio cittadino della città di Zurigo il numero di rappresentanti della comunità queer è superiore alla media. Tre soci di Network e altri dieci colleghi e colleghe queer siedono nel parlamento cittadino, composto da 125 membri (PLR 1, PVL 2, UDC 1, AL 2, Verdi 2, PS 5), e nel consiglio cittadino tre rappresentanti su nove sono membri della comunità LGBTI. Marco Denoth, socio di Network, afferma: «Essendo Zurigo governata dalla sinistra, in generale le questioni delle persone queer vengono prese in considerazione con maggiore facilità, ma in ogni caso dobbiamo sostenerle e fare molta attività di lobbying.»

Il suo collega di Network Patrick Hadi Huber, ad esempio, il 15 maggio 2019 ha presentato una mozione dal titolo «Bericht über Aggressionen mit LGBTI-feindlichem Charakter sowie Aufnahme der Thematik in die Grundausbildung der Justiz- und Polizeibehörden» (Rapporto sulle aggressioni contro la comunità LGBTI e inserimento della tematica nella formazione di base delle autorità di giustizia e di polizia). L’obiettivo era quello di permettere la rilevazione dei crimini d’odio contro le persone della comunità LGBTI. Il 13 novembre 2019 il postulato urgente è stato discusso in sede di consiglio comunale e con 98 voti a favore, 13 contrari e nessun astenuto sottoposto all’esame del consiglio cittadino.

Un vecchio postulato che Marco aveva presentato con Hadi nel febbraio 2018 conteneva la richiesta, da sottoporre all’esame del consiglio cittadino, di valutare le modalità con cui sarebbe stato possibile offrire test gratuiti per le infezioni sessualmente trasmissibili nella città di Zurigo. E anche questo il 3 aprile 2019 con 84 voti favorevoli, 34 voti contrari e 1 astenuto fu sottoposto all’esame del consiglio cittadino. Dietro le quinte si sta ancora lavorando a pieno ritmo e Marco spera che presto si arrivi a un risultato.

Di recente vi abbiamo parlato del progetto «Espenhof»: tra cinque anni saranno pronte le prime case di riposo riservate alla comunità LGBTI di Zurigo. Anche questa gradita notizia è il risultato di un lavoro avviato attraverso un postulato che Marco aveva presentato insieme a un collega del PVL il 30 gennaio 2019 e che il 15 gennaio 2020 era stato sottoposto all’esame del consiglio cittadino. Anche Marco è rimasto sorpreso di quanto poco tempo sia stato necessario per passare dal postulato al progetto di costruzione vero e proprio. Ma relativizzando la questione afferma, «ovviamente noi e queerAltern abbiamo lavorato dietro le quinte discutendo in anticipo della questione con il consiglio cittadino responsabile e con la fondazione per gli appartamenti per la terza età. È sempre così: il dibattito in seno al consiglio comunale è una cosa, ma l’attività di lobbying che viene fatta in precedenza nella maggior parte dei casi è ancora più importante.»

Marco, con così tanti colleghi LGBTI nel consiglio comunale, immagino sia piuttosto semplice difendere gli interessi della comunità. A volte trovate comunque delle resistenze?
Gli interessi della comunità queer vengono effettivamente sempre difesi, perché insieme ai Verdi e ad AL (Lista alternativa) formiamo la maggioranza. In ogni caso, è sempre bello quando le mozioni a favore della comunità queer sono condivise da (quasi) tutte le frazioni. Le resistenze provengono principalmente dall’UDC e alcune volte anche dal PLR.

All’interno del consiglio comunale esiste una rete LGBTI? Vi incontrate per discutere o per un aperitivo?
In questo momento lo scambio non è vincolante. Semplicemente ci si avvicina gli uni agli altri. Tuttavia ritengo che sarebbe auspicabile che all’interno della politica della città di Zurigo si trovasse una strategia queer. Ora che ho un po’ più di tempo potrei occuparmene io.

A Zurigo non solo 13 parlamentari su 125 sono membri della comunità, anche tre consiglieri cittadini su nove sono gay o lesbiche. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di una tale costellazione?
Il fatto che in tutti i partiti rappresentati nel consiglio comunale, ad eccezione del PEV, siano presenti persone queer è senz’altro un grande vantaggio. E le questioni vengono facilmente portate all’attenzione anche nel consiglio cittadino. Gli svantaggi? Forse si tende un po’ ad abbassare la guardia e quindi si rimane ancora più scioccati quando accadono fatti così terribili come quelli di Niederdorf…

Testo: Michel Bossart
Tradizione: Angelo Bossart

 

 

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