Necrologio 1.2.21
Decesso di Max Wiener

All’inizio dell’anno il socio fondatore Max Wiener è deceduto all’età di 88 anni. Il presidente Daniel Seiler ricorda una persona straordinaria e grande fonte di ispirazione.
Il 4 gennaio Max Wiener ci ha lasciato per sempre all’età di 88 anni. Max non era solo una leggenda nel mondo della pubblicità, ma anche uno dei soci fondatori di Network molto amato.
Insieme al suo socio Rodolphe Deville, nel 1961 fondò l’agenzia pubblicitaria Wiener + Deville e realizzò campagne per Bally, British American Tobacco, American Express e Rivella, attirando l’attenzione anche oltre confine. Anche Emil Frey e il produttore di biancheria femminile Triumph erano tra i suoi clienti. Ma l’agenzia di tendenza non fu solo famosa per le sue campagne, fu anche considerata un vivaio di talenti. A metà degli anni Sessanta, Roger Schawinski – successivamente considerato il pioniere dei media – concluse un tirocinio presso Wiener + Deville dopo aver portato a termine la scuola commerciale.
Max è cresciuto nel Seeland bernese. Da qui proviene probabilmente il suo «debole» e la sua comprensione per le minoranze della società, come è stato riportato in maniera un po’ macchinosa nel necrologio su persoenlich.ch. Il debole di Max per gli emarginati della società è più probabilmente riconducibile alla sua omosessualità e alle sue origini ebree che al fatto che sia vissuto nel bernese. Spesso, quasi per scherzare, diceva che essendo un gay ebreo era doppiamente emarginato.
Perché come lui pochi si sono impegnati così profondamente a favore della nostra community: oltre a essere uno dei soci fondatori di Network e uno dei primi membri onorari della nostra associazione, ha ripetutamente lasciato il segno all’interno di Network. Indimenticabili sono i Club Dinner creati da lui e Beat Schlagenhauf con ospiti illustri come Klaus Wowereit, Alfred Biolek, Claude Nobs, Alice Schwarzer, Guido Westerwelle, Rosa von Praunheim, Frédéric Mitterand o Pierre Bergé, marito di Yves Saint Laurent. Max è stato un vero costruttore di ponti tra culture diverse, un apripista e una persona estremamente generosa. Ha creato il fondo Max (che porta il suo nome) finanziandolo con una generosa donazione. Ha sostenuto un numero incredibile di persone sia a livello ideologico che finanziario. Il nostro motto «Naturalmente out» non era per Max uno slogan qualsiasi: vivendolo in prima persona ci ha dato l’esempio con il suo forte e costante impegno per i diritti delle persone omosessuali. Max è stato anche il promotore e membro del Consiglio di fondazione della casa di cura per malati terminali Zürcher Lighthouse, in un momento in cui l’AIDS e l’HIV erano ancora considerati malattie che colpivano tossicodipendenti e gay. È quindi anche merito di Max se questi pregiudizi degli anni ‘80 sono scomparsi lentamente dalla mente delle persone con l’apertura del Lighthouse.
Nel 1987 Max vendette l’agenzia, lasciò il ruolo di consulente per passare dall’altra parte, ossia quella dei clienti, quando entrò a far parte della direzione generale di Ringier. Ma questa fase della sua vita professionale non lo rese molto felice: nello spirito Max rimase sempre un imprenditore autonomo. A partire dagli anni ‘90 Max tornò a lavorare come consulente, tra l’altro per McDonald’s Svizzera o BMW.
Max è stato anche critico e talvolta ha posto domande spiacevoli, come quella volta in cui si chiese se gli uomini gay avrebbero continuato a fornire anche in futuro prestazioni straordinarie, ora che sono perlopiù accettati dalla società e non devono più nascondere il loro orientamento sessuale. Max è sempre stato coraggioso e non convenzionale nelle discussioni. Con la sua visione delle cose ci ha spesso aiutato a fare chiarezza e ha fatto crescere noi, Network e la nostra community.
Max aveva un’altra passione: la recitazione. L’amore della sua vita è stato l’attore tedesco Otto Eduard «O.E» Hasse morto nel 1978, mi è stato detto. Per molti anni Max è stato presidente della «Freunde des Schauspielhauses», si è prodigato sempre per il Conservatorio di Zurigo e i suoi allievi, e dopo la morte di Hasse ha lavorato per decenni nella Fondazione O.E.-Hasse di cui è stato uno dei fondatori. Naturalmente, Max ha anche partecipato al film «Il circolo», dove è apparso, tra l’altro, come testimone del proprio tempo.
Max era una persona meravigliosa che per le cose che amava e in cui credeva era disposto a intraprendere strade non convenzionali con coraggio. Tutti noi soci di Network abbiamo beneficiato della sua generosità spirituale e materiale. Siamo molto tristi che Max non sia più qui con noi. Purtroppo, se n’è andato troppo presto, una grande perdita per tutti noi.
Testo: Daniel Seiler
Traduzione: Angelo Caltagirone
Foto: Raphael Hadad