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Matrimonio civile per tutti 1.2.21

Due gruppi raccolgono firme per il referendum

Il comitato di voto «Matrimonio civile per tutti» sta lavorando dietro le quinte: molto probabilmente si arriverà alla votazione ancora entro l’anno. Daniel Stolz informa in merito a un cambiamento nel comitato, al budget e alle donazioni.

Nella misura del possibile, la gente in Svizzera lavora da casa ed evita i contatti. Ma la politica non si ferma, nemmeno in piena pandemia di coronavirus. Infatti, due gruppi hanno già comunicato l’intenzione di indire il referendum contro la decisione del Consiglio nazionale del 9 dicembre 2020 che prevede di introdurre il matrimonio civile per tutti. Daniel Stolz, membro del Consiglio direttivo, spiega: «Il primo gruppo è costituito da circoli evangelici, principalmente dell’UDF e di parti del PEV e dell’UDC, che vedono nel matrimonio civile per tutti un pericolo per la famiglia tradizionale.» Il comitato di voto, come spiega Daniel, aveva già chiaramente previsto e preannunciato questo referendum. Per quanto riguarda il secondo gruppo, che poggia su un più ampio sostegno, il problema principale non è la famiglia, ma la donazione di sperma per le coppie lesbiche. Esso conta al suo interno rappresentanti politici dell’UDF, del PEV, dell’UDC e del PPD. «I due gruppi hanno ora tempo fino alla fine di marzo per raccogliere collettivamente 50 000 firme contro il matrimonio civile per tutti. Dopodiché la proposta sarà sottoposta alla votazione popolare», spiega Daniel.

Dimissioni della presidente
Il comitato di voto subirà un cambiamento: Salome Zimmermann (LOS) lascerà la presidenza alla fine di febbraio. Sulle ragioni, Daniel dice: «Da un lato, noi membri del Consiglio rappresentiamo le nostre organizzazioni in seno al comitato, dall’altro, è nostro compito vincere questa votazione popolare.» Spiega che sono questi diversi ruoli e aspettative a creare inevitabilmente delle tensioni; e proprio a causa di queste, Salome ha deciso di dimettersi dal Consiglio della campagna. Aggiunge Daniel: «Questa decisione non è stata facile per lei. Ma va rispettata. In ogni caso, Salome merita un grande ringraziamento per l’enorme impegno che ha profuso nei mesi scorsi.»

Vincere a tutti i costi
«La votazione è così importante per noi e per tutte le altre associazioni LGBTI che dobbiamo assolutamente vincerla!» afferma Daniel con spirito combattivo. Dietro le quinte, il comitato di voto ha iniziato ad attivarsi e ha stilato un budget per l’intero periodo della campagna. Il Comitato reputa che sarà necessario al massimo 1,5 milioni di franchi per condurre una campagna di voto intensa e proficua. I fondi dovrebbero provenire da piccole e grandi donazioni, organizzazioni e dalla vendita di articoli promozionali. «L’obiettivo è molto, molto ambizioso, ma realistico», valuta Daniel. E garantisce: «Se, contrariamente alle aspettative, il referendum non avrà luogo, fino alla fine di marzo non avremo certamente speso più soldi di quanti ne saranno entrati. E se le donazioni non dovessero arrivare nella misura sperata, ridurremo anche la portata della campagna.»

Spiega Daniel: «Anche se al momento nessuna attività sembra essere in corso, in realtà stiamo già lavorando intensamente dietro le quinte e ringraziamo tutti coloro che ci hanno sostenuto e ci sosterranno.» Daniel prevede tra l’altro che si potrà votare per il matrimonio civile per tutti ancora quest’anno, a settembre o novembre, o al più tardi nel febbraio 2022. Ma il prossimo passo è convocare un assemblea generale straordinaria del comitato di voto per regolare la successione alla presidenza.

Testo: Michel Bossart
Traduzione: Angelo Caltagirone

 

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