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In primo piano 15.3.21

«Durante il lockdown mi è venuta voglia di impegnarmi in una campagna elettorale»

Johannes Sieber, imprenditore culturale di Basilea, con la piattaforma GayBasel si impegna da oltre 15 anni per la «vivacità arcobaleno della città di Basilea». Lo scorso autunno è stato eletto nel Parlamento di Basilea.

Johannes, fai parte del gruppo regionale di Basilea da più di dieci anni. Cosa ti ha spinto a unirti a Network?
Gestivo GayBasel.org già da cinque anni quando Angelo Caltagirone, responsabile regionale di allora, notò il mio impegno e mi invitò a partecipare agli aperitivi come simpatizzante. Ci andai due o tre volte, ma agli aperitivi tendevo per lo più ad annoiarmi. Quindi non è stato un amore a prima vista. Alla fine ho deciso di aderire perché questo tipo di organizzazioni è importante per la nostra comunità. Faccio parte infatti anche di Bas3l.org, Create Equality, Habs Queer Basel, Pink Cross altre iniziative sociali analoghe, come per esempio Solidarité sans frontières.

In questi dieci anni, cosa è cambiato in meglio e cosa in peggio nella società gay di Basilea?
A Basilea non c’è una «società gay». La comunità di Basilea è da sempre un mosaico che va al di là delle differenze di genere e di orientamento. Per decenni nell’ambito degli eventi si sono impegnate di più le donne. Persino il «Tuntenball» e più tardi la «GayBasel Schiff» erano feste variopinte, dove i partecipanti gay rappresentavano solo una delle tante note di colore; lo stesso vale per il ritrovo settimanale allo Zischbar. A Basilea la comunità gay è intesa come una componente della vita culturale della città. Ed è giusto che sia così. Purtroppo però nell’ultimo decennio si è mosso poco a livello di politiche per l’uguaglianza. Altre città e cantoni si sono dimostrati più progressisti. Persino Basilea Campagna, cosa che mi lascia particolarmente amareggiato.

Dal 1° febbraio sei membro del Gran consiglio di Basilea-Città. Ci congratuliamo con te per questo risultato. Cosa ti ha spinto, da imprenditore culturale, a entrare in politica?
In tutta onestà? Durante il lockdown mi è venuta voglia di impegnarmi in una campagna elettorale. Il partito dei liberali verdi di Basilea-Città mi ha offerto il ruolo di capolista nella mia circoscrizione elettorale, quindi un ottimo punto di partenza. Non ci ho pensato due volte. In fondo sono interessato alla politica da molto tempo. Con GayBasel, mi impegno per dare visibilità alla comunità queer da oltre 15 anni. Mio nonno era un sostenitore della sinistra del dopoguerra. Quindi uno della vecchia scuola. Mia zia è la famosa attivista per i diritti umani Anni Lanz. In un certo senso si può dire che non sono entrato in politica, ci sono nato.

In che modo l’associazione Network ti ha aiutato a raggiungere i tuoi obiettivi professionali e/o politici?
Come Pink Cross e LOS, Network è una delle organizzazioni nazionali che promuovono le istanze del mondo LGBTIQ. Tali istanze rientrano tra i miei obiettivi politici. Al di là di questo, è difficile stabilirlo. Senz’altro potrei fare di più per coltivare i miei legami all’interno di Network. Tuttavia, è positivo sapere che ho la possibilità di farlo.

Quali sono le problematiche di Basilea o cosa vorresti sicuramente cambiare durante il tuo mandato nel Gran consiglio?
In cima alla mia agenda ci sono le questioni care alla popolazione LGBTIQ. Anche se ci sono già state diverse iniziative in tal senso, mi interessa la prospettiva di quegli uomini che per orientamento sessuale o identità di genere, ma anche per il loro bagaglio di esperienze, non si sentono ascoltati nell’attuale dibattito sull’uguaglianza. Penso per esempio agli uomini vittime di violenza domestica e alla questione del perché a un dipartimento cantonale per la parità dei sessi serva una modifica legislativa per poter accogliere le istanze degli uomini gay. Come se gli uomini gay non fossero uomini… Inoltre, mi impegno a lanciare o promuovere iniziative di politica culturale. Basilea ha la tendenza a rintanarsi nella propria zona di comfort. Ambiente idilliaco, pulizia e dopo il telegiornale tutti a nanna. Per essere culturalmente vivace, una città ha bisogno di spazi e condizioni favorevoli per la vita e la cultura. Voglio lavorare su questo. Inoltre, tengo molto all’istruzione ed essendo un nerd ho la passione della tecnologia. Mi concentrerò anche su questi aspetti, in relazione alle questioni climatiche.

Ben sapendo che la vita ha molte sfumature, vorrei comunque concludere facendoti alcune domande a bruciapelo per conoscerti meglio:

Città o campagna? Città
Musica classica o pop? Entrambe
Watson o 20 minuti? Nessuno dei due
TV o teatro? Entrambi
Verde o liberale? Più verde di un liberale economico, più social-liberale di un verde
Mac o PC? Linux
Francia o Germania? Inghilterra

Intervista: Michel Bossart
Traduzione: Angelo Caltagirone

 

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