Crimini d'odio 4.4.20
Evento informativo interessante, ma poco pungente

Quattro membri della Commissione politica (CoPo) hanno partecipato al «Hate Crime Forum» di Pink Cross. Questo è avvenuto poco prima del 10 marzo, data in cui il Consiglio degli Stati ha respinto la richiesta di rilevare statisticamente i crimini d’odio fondati sull’orientamento sessuale.
Il 10 marzo il Consiglio degli Stati ha respinto una mozione dell’ex consigliera nazionale Rosmarie Quadranti (PBD) con 21 voti contrari, 18 favorevoli e 1 astensione. Rosmarie Quadranti aveva chiesto con la sua mozione di rilevare statisticamente in futuro i crimini d’odio fondati sull’orientamento sessuale, sull’identità e sull’espressione di genere o sulle caratteristiche sessuali. Il rigetto suscita molta incomprensione, visto che le questioni sollevate dalla Quadranti erano state precedentemente sostenute dal Consiglio nazionale e dalla maggioranza dei membri della commissione del Consiglio degli Stati incaricata dell’esame preliminare. Particolarmente irritante è stato il comportamento di alcuni consiglieri del partito borghese che, contrariamente alle aspettative, hanno votato contro la mozione.
Pochi giorni prima di questa votazione, Pink Cross aveva organizzato un «Hate Crime Forum» a Zurigo. All’evento erano stati invitati i rappresentanti delle organizzazioni della comunità queer e i responsabili della politica, delle autorità e della società. Erano presenti anche Oliver Fritz, Peter Christen, Angelo Barrile e Thomas Voelkin in veste di rappresentanti della Commissione politica (CoPo) di Network. Oliver ricorda: «Dopo che due gay sono stati picchiati a Zurigo la notte di San Silvestro, ci aspettavamo che i rappresentanti della giustizia e della polizia venissero a discutere con la comunità delle possibili soluzioni. Ma non è andata così. Si è trattato piuttosto di un evento di formazione per la comunità.» Anche se la manifestazione è stata molto istruttiva e interessante, secondo Oliver non sono stati centrati gli obiettivi.
Il primo intervento riguardava principalmente le statistiche e il secondo la teoria dei sistemi. «Tutti hanno seguito con entusiasmo e interesse», dice Oliver, «ma mi è pesato moltissimo non poter discutere dei fatti concreti con i rappresentanti delle autorità, visto che non erano presenti.» Oliver non accetta l’idea di fondo che spetta alla comunità fare qualcosa per non restare vittima della violenza.
Peter è rimasto colpito dall’impegno dei partecipanti delle diverse organizzazioni, come mostrato dalle numerose idee scritte sui fogli delle flipchart. E lui afferma: «Può sembrare banale, ma il primo relatore ha dimostrato chiaramente che una maggiore presenza della polizia aiuta effettivamente a prevenire i crimini d’odio.»
Oliver pensa che dopo la palese inattività a livello federale, le singole città e regioni urbane inizieranno a rilevare statisticamente i crimini d’odio contro la comunità LGBTI. La CoPo, dal canto suo, segue costantemente la questione, conferma Hans-Peter Fricker, presidente della CoPo. Alle prossime riunioni sapremo se la questione diventerà uno dei temi centrali del lavoro della CoPo.
Testo: Michel Bossart
Traduzione: Angelo Caltagirone