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Politica 9.9.19

«Il matrimonio per tutti arriverà prima del previsto»

Il socio di Network Claude Janiak, membro del PS, non si ricandida alle prossime elezioni per il seggio del Consiglio degli Stati del cantone di Basilea Campagna. Nell’intervista Claude ci parla della sua attività politica.

Dopo 20 anni a Berna, dal prossimo autunno il socio di Network Claude Janiak non sarà più membro del Consiglio degli Stati per il Cantone di Basilea Campagna. Il deputato socialista è membro del Consiglio degli Stati dal 2007; in precedenza aveva fatto parte per otto anni del Consiglio Nazionale, che ha presieduto nel 2006. Claude è stato attivo in politica per 45 anni, occupando diverse cariche a livello comunale, cantonale e nazionale.

Claude, dopo 20 anni a Berna, ti sei stancato della politica?
No, penso che resterò un uomo politico per tutta la vita. Ma non vedo l’ora di passare al periodo post, con un’agenda meno fitta di impegni. Ho fatto le mie esperienze.

Nel 2006 sei stato il primo presidente del Consiglio nazionale in Svizzera a dichiarare pubblicamente la propria omosessualità. La tua carriera politica ha subito dei contraccolpi a causa della tua appartenenza all’universo LGBTIQ?
No. Anche se i pettegolezzi non sono mancati.  Devo la presidenza del Consiglio nazionale al mio partito che, con una persona dichiaratamente gay come me, ha voluto dare un segnale netto al dibattito in merito alla legge sull’unione domestica registrata.

Quali sono stati i momenti più belli e quelli meno belli della tua esperienza a Palazzo federale?
Il protocollo è stato cambiato a causa mia, perché ai ricevimenti ufficiali mi presentavo con il marito e non con la moglie. Una vera crisi – ma grazie alla consigliera federale Calmy-Rey tutto si è risolto.

I momenti meno piacevoli sono stati i casi di ostilità anonima contro i gay. Ma le donne sono ancora più colpite di noi uomini.

Oggi anche gli eterosessuali sostengono gli interessi della comunità. Secondo te questa posizione è adeguatamente rappresentata e riceve l’attenzione che merita o resta ancora un potenziale?
Penso che siamo ben rappresentati e abbiamo molti sostenitori. Ma restano tuttora delle differenze culturali. Nella Svizzera romanda e in Ticino non è ancora scontato impegnarsi pubblicamente per le nostre rivendicazioni o addirittura vivere apertamente come gay o lesbiche.

Sei socio di Network dal 1997. Cosa ti ha portato l’appartenenza all’associazione e perché Network è importante?
Ho fatto nuove amicizie e buone conoscenze, e poi mi fa piacere che Network partecipi attivamente alla vita politica.

Quali sono le pietre miliari politiche per la comunità LGBTIQ che secondo te saranno raggiunte prossimamente?
Il «matrimonio per tutti» arriverà prima del previsto. E poi speriamo che venga respinto il referendum contro le l’estensione della norma penale antirazzismo che vieta anche la discriminazione basata sull’orientamento sessuale.

E infine: secondo te qual è la Svizzera ideale?
Per me la Svizzera ideale è un paese in cui la tolleranza, il rispetto e l’apertura fanno da tenore.

Intervista: Michel Bossart
Traduzione: Angelo Caltagirone

 

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