La vita dedicata alla resistenza di Jakob Rudolf Forster era finora poco conosciuta. La nuova biografia «Der Urning» (L’uranista) ce la racconta. I due autori hanno presentato la loro opera a tre eventi di network.
«Il capitano David Saxer a San Gallo: lo amavo con passione, eppure potevo solo baciarlo! Terribile.»Questo è uno dei numerosi appunti che Jakob Rudolf Forster (1853-1926), cresciuto nel Toggenburg, aveva annotato nel suo taccuino «Meine Geliebten» (I miei amanti).
Questa lista di conoscenze sia sessuali che platoniche fu ritrovata nel 1879 durante una perquisizione domiciliare e usata legalmente contro di lui. Alle autorità, il precursore del movimento di emancipazione – in continuo sviluppo ancora oggi – era infatti una spina nel fianco. Forster fu minacciato, perseguitato, condannato e rinchiuso.
Con «Der Urning – Selbstbewusst schwul vor 1900» (L’uranista: essere consapevolmente gay prima del 1900) Philipp Hofstetter e René Hornung hanno realizzato una minuziosa documentazione preparata in modo eccellente delle tracce di vita di Forster, non considerando il tutto in modo isolato, ma nel contesto della società dell’epoca e nel quadro della nascente ricerca sulla sessualità.
Da sempre uranista
Dopo che Forster fallì economicamente nel gestire l’attività del padre defunto, cercò la fortuna in Germania. Lì conobbe gli scritti di Karl Heinrich Ulrichs e il loro autore. Secondo la tesi di Ulrichs, c’è una terza categoria di genere – il cosiddetto «terzo sesso» – che lui legittimò sul piano scientifico: un’anima femminile imprigionata in un corpo maschile, l’«uranista» appunto.
Per Forster fu subito chiaro che era ed era sempre stato uranista. Non un «pederasta» né un «sodomita». L’autodidatta descritto negli atti come «estremamente esaltato» lo ammise, anche se il suo comportamento fu patologizzato e criminalizzato. Fu condannato a pene detentive, trascorse un anno in una casa di educazione al lavoro e ricoverato due volte in cliniche psichiatriche.
«Affermazioni confuse»
Nel 1898 Forster pubblicò la storia della sua persecuzione in un’autobiografia che passò inosservata e finì in una scatola nell’archivio di Stato di San Gallo. Fu etichettata come «affermazioni confuse» e conteneva anche il taccuino di Forster e una richiesta di grazia.
L’archivista incaricato di smaltire la scatola aveva raccontato del suo ritrovamento al coautore e giornalista René Hornung. «Molto più tardi ci siamo accorti che su Forster erano conservati molti altri materiali: atti processuali, perizie psichiatriche, annotazioni nei registri carcerari, verbali del Consiglio comunale e tanto altro», dice Philipp Hofstetter. Da tutta questa documentazione è nata l’idea di realizzare un libro ricco di contenuti storici su di lui e sulla sua epoca.
Grandi elogi
network ha organizzato negli ultimi due mesi ben tre presentazioni del libro in tre diverse regioni. Tutti gli organizzatori – Mathis Hafner a Basilea, Michael Schläfli e Mirko Beetschen a Berna, e Urs Lanter a Zurigo – hanno avuto questa idea indipendentemente l’uno dall’altro.
Mathis ha scoperto la pubblicazione del libro dalla newsletter dell’Archivio gay svizzero e Mirko attraverso la libreria QueerBooks. Anche Urs ha notato l’opera in una libreria. Tutti e tre gli eventi sono stati un successo e sono stati visitati da circa una trentina di soci di network e ospiti.
Il destino di questo «attivista ante litteram» suscita ovviamente grande interesse, nota Philipp Hofstetter, che come il suo co-autore è molto grato a network per questo «tour promozionale». È stata persino sollevata la questione se network debba istituire un riconoscimento a Forster, per esempio sotto forma di un premio per azioni coraggiose.
Un grande complimento è arrivato da Ernst Ostertag, socio onorario di network e cronista gay, che ci ha permesso di citare qui il suo commento preso dall’intranet: «Questo libro è eccezionale e si basa su fonti finora inesplorate. Grazie agli autori!»