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In primo piano 5.2.24

«L’arte della recitazione è un mezzo meraviglioso per sciogliere un blocco mentale»

A Fabian Ferrari piace il teatro che fa riflettere. (Foto: messa a disposizione)

Broker a Tokyo, operatore umanitario in Iran, attore a Parigi: la vita del nuovo socio di Losanna Fabian Ferrari si legge come una sceneggiatura di un film, ma la sua vera passione è il teatro.

Fabian, la versatilità della tua carriera è affascinante. Il tuo percorso è iniziato con un apprendistato da impiegato di commercio, poi hai trascorso alcuni mesi in Inghilterra e hai infine frequentato uno stage presso la borsa di Tokyo.
E così sono diventato un trader all’età di vent’anni! È davvero assurdo se ci penso oggi. Dopo il crollo della borsa nel 1989, ho deciso di lavorare come amministratore per il CICR: in Africa, in Iran e nei Balcani. Ricordo ancora molto bene gli incontri e le esperienze di quel periodo. Tre anni dopo sono tornato nel settore finanziario come consulente alla clientela. Ho avuto l’occasione di viaggiare molto – per esempio in Israele, India e Sudafrica – e guidare team in varie sedi come Anversa, Basilea e Ginevra. Ma questo lavoro iniziava a stancarmi e vi trovavo sempre meno senso. Ecco perché ho deciso di tornare al mio primo grande amore: il teatro!

Ma allora avevi scoperto presto nella tua vita che ti piaceva recitare?
In effetti, sono sempre stato attratto dal palcoscenico e ho fatto teatro per tutta la mia infanzia e la mia gioventù. Alla fine non avevo intrapreso questa strada solo per motivi finanziari. Ho conosciuto Philippe, che ora è mio marito, il giorno del mio 40° compleanno. È stato lui a incoraggiarmi a dedicarmi di nuovo al teatro. Dopo un corso estivo a Parigi, non volevo più andarmene: ho frequentato per tre anni la scuola di teatro Claude Mathieu e ho lavorato per la televisione, come doppiatore e sul palcoscenico. Amavo questa vita e per me è stato difficile tornare a Losanna.

Quali ruoli teatrali ti attraggono particolarmente?
Anche se mi piace intrattenere, preferisco che spettatrici e spettatori portino a casa una riflessione, un confronto o una domanda dopo un mio spettacolo. Nella mia pièce preferita interpreto un lobbista del Parlamento europeo che svela tutti i trucchi con cui manipola e corrompe le persone in politica. Ho già interpretato questo ruolo 100 volte; anche al Festival di Avignone e in Svizzera; ironicamente mai a Bruxelles o Strasburgo…

Gli Ateliers Théâtre Fabian Ferrari a Losanna offrono un’ampia gamma di workshop, anche per le imprese. In che misura la recitazione può essere utile nel lavoro di tutti i giorni?
La scuola ci ha insegnato a leggere, scrivere e fare i conti, ma purtroppo non a esprimerci davanti a un pubblico. Nei miei workshop s’impara a sentirsi a proprio agio; s’impara ad avere il coraggio di esprimersi come si è realmente. L’arte della recitazione è un mezzo pedagogico meraviglioso per sciogliere un blocco mentale e superare le paure. Questo permette alle persone di aprirsi e svilupparsi, anche in imprese in cui molti dovrebbero semplicemente stare in silenzio e ascoltare. I miei interventi spesso liberano coloro che hanno paura di esprimersi o di affermare il proprio ruolo. Tutto questo si può anche personalizzare in occasione di un coaching privato: per CEO, avvocate e avvocati o personaggi pubblici che vogliono essere più persuasivi e in armonia con se stessi nei loro interventi.

Di recente hai assunto un ruolo completamente nuovo: quello di un socio di network. Cosa ti piace di questa associazione?
Sin dall’inizio mi sono sentito accolto, rispettato e integrato. È fantastico avere l’opportunità di incontrare persone di ogni professione e cultura. Non vedo l’ora di organizzare presto un evento per network nei miei atelier e mostrare il mio mondo.

Potremo rivedere il tuo personaggio in nuove produzioni nel prossimo futuro?
Attualmente mi sto preparando per un progetto solista molto commovente: è la storia di Daniel Pittet di Friburgo, che negli anni ’70 all’età tra i 9 e i 13 anni fu oggetto di abusi sessuali da parte di un sacerdote. Nonostante tutto, Daniele rimase fedele alla Chiesa e recentemente stato persino ordinato diacono. Racconto la sua storia sul palco e affronto il tema del perdono: un atto del genere da parte di un «uomo di fede» può essere perdonato? E il perdono è liberatorio?

Poi c’è un progetto che stai realizzando insieme a un socio di network.
Esattamente! Metto in scena dei testi di Jean Villard alias Gilles, poeta e chansonnier vodese. L’opera sarà interpretata dal socio di network Jean-Christophe Guédon. Network Vaud organizzerà un evento, uno spettacolo privato a cui i soci potranno partecipare il 2 marzo al Théâtre Oxymore di Cully – Jean-Christophe e io non vediamo l’ora di accogliere network!

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