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network nel Vallese 5.8.24

Musikdorf Ernen: come una lettura ha vissuto il suo coming-out

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network ha abbinato le letture nel Vallese con un’escursione estiva (Foto: Lutz Timmen)

Alla fine di luglio si è svolto il 18° weekend di network a Ernen. L’organizzatore Francesco Walter ripercorre la storia di «Queerlesen» e spiega perché c’è ancora bisogno di visibilità queer.

Con la Matterhorn-Gotthard-Bahn fino a Fiesch e da lì con l’Autopostale: Ernen, nel distretto vallesano di Goms, è un villaggio idilliaco, così come lo è il viaggio per raggiungerlo con i mezzi pubblici. Ogni estate il comune diventa un «villaggio della musica» e per sei settimane si trasforma in un palcoscenico per eventi musicali e letterari. La serie «Queerlesen» nell’ambito del festival culturale ha da molto tempo lo status di un evento tradizionale di network, che anche quest’anno ha attirato 17 ospiti nell’alta valle del Rodano.

Botta di fortuna con il tempo
Il lungo weekend dal 26 al 29 luglio includeva, tra l’altro, un concerto jazz esclusivo, un’escursione in condizioni ideali e tre letture di autrici e autori queer: Lion Christ, Angela Steidele e Stephan Lohse. Come sempre, c’era Bettina Böttinger a presentare gli eventi. (Tra l’altro, la conduttrice televisiva tedesca modererà anche il Club Dinner del 15 novembre con Alain Claude Sulzer a Basilea.)

«Abbiamo avuto davvero una botta di fortuna con il tempo», dice Francesco Walter, organizzatore del weekend di network e co-direttore del festival. «Abbiamo potuto goderci all’aperto sia la prima cena che la serata a base di raclette di domenica insieme alle autrici, agli autori e a Bettina Böttinger.

I soci di network apprezzano molto il variegato programma dell’evento, afferma Francesco. «Molti si sono già prenotati per l’anno prossimo!» Nel 2025, il weekend di network a Ernen si terrà dal 18 al 21 luglio.

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Foto: Thomas Vogel

La seconda E
È stato il pianista e pedagogo musicale ungherese György Sebők che, a metà degli anni ’70 del secolo scorso, gettò le basi per il festival nella sua forma attuale, lasciandovi la sua impronta fino alla morte avvenuta nel 1999. Alla riorganizzazione dopo la sua scomparsa ha partecipato Francesco come nuovo direttore artistico.

Sotto la sua guida, il panorama culturale di Ernen si è ampliato. E nel 2008, insieme al suo team, ha osato fare qualcosa che allora non esisteva ancora in Svizzera: una rassegna di lettura LGBTI chiamata «Querlesen» – attenzione, all’epoca ancora con una sola «E».

Le organizzatrici e gli organizzatori inizialmente nascondevano l’aspetto queer della rassegna, perché avrebbe potuto magari spaventare una parte del pubblico etero. Solo quando la Radio SRF ha parlato di un evento che si concentrava sulla «letteratura di autrici e autori gay e lesbiche», «quer» è finalmente diventato «queer». La lettura ha praticamente avuto il suo coming-out.

Più happy end
Francesco ha notato che negli ultimi decenni la letteratura queer è cambiata; e non si tratta soltanto del fatto che fa sempre più l’occhiolino al mainstream. «Con personaggi trans e non binari e la contemporaneità di varie forme di discriminazione, sono confluiti nuovi aspetti.»

Inoltre, ci sono finalmente più libri gay a lieto fine. Se un tempo le storie omosessuali per i personaggi principali finivano spesso con la morte o con l’obbligo di conformarsi all’eteronormatività, oggi le giovani persone queer trovano anche storie a volte sdolcinate e rassicuranti sugli scaffali delle librerie.

«Una coppia normale»
Francesco non è solo co-direttore artistico del Musikdorf, ma è anche da più di tre anni sindaco di Ernen con l’ambizione di essere rieletto. Direttore del festival e politico gay del partito cristiano-democratico «Centro dell’Alto Vallese»: su Francesco sono puntati diversi riflettori contemporaneamente. Gli capita a volte di subire qualche ostilità?

È da tempo che la sua omosessualità non è un mistero e non è mai stata un problema finora. «Il mio partner e io vogliamo mostrare alla popolazione con la nostra apertura che siamo una coppia assolutamente normale.»

«Dislike» nei confronti della tolleranza
Questo potrebbe essere il lieto fine di una storia queer del Vallese, ma c’è ancora un epilogo. Poco prima del weekend di network, Francesco ha letto nel Walliser Bote un articolo favorevole sul Pride di Martigny, sotto al quale c’erano numerosi commenti ostili contro le persone LGBTI da parte di lettrici e lettori che si lamentavano in modo sprezzante della visibilità delle persone queer.

Francesco ha poi scritto lui stesso in un commento che fa piacere veder crescere la tolleranza, ma che vi sono ancora pregiudizi e discriminazioni che devono essere superati. Questo post ha ricevuto molti più «dislike» che «like».

«Questo fatto mostra che non tutto è ancora come dovrebbe essere», dice Francesco mentre riflette sulla questione. Ci vogliono ancora persone che si espongano, che ci mettano la faccia e dicano che tali affermazioni non sono accettabili!

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