News dalla CoPo 1.7.23
Network sostiene la nuova legge sull’unione domestica registrata in Ucraina

Nel bel mezzo della guerra, l’Ucraina potrebbe approvare l’unione domestica tra persone dello stesso sesso. Network intende sostenere il progetto esercitando pressioni politiche.
Parlare di apertura del matrimonio in un Paese che sta lottando con tutte le sue forze contro gli attacchi della Russia potrebbe sembrare fuori luogo. Tuttavia non nonostante ma proprio a causa della guerra, in questo momento in Ucraina, almeno a porte chiuse, si sta discutendo di una legge sulle unioni domestiche registrate per le coppie omosessuali. Questo perché, attualmente, se un soldato muore o subisce lesioni sul campo, soltanto la sua famiglia di origine o la moglie riceve un sostegno finanziario dal governo. Un’ingiustizia a cui bisogna porre fine.
Al terzo tentativo forse?
In Ucraina per introdurre il matrimonio per tutti è necessario modificare la Costituzione e quindi indire un referendum popolare. Dal momento, però, che la legge marziale attualmente in vigore non lo consente, lo scorso anno il presidente Volodymyr Zelenskyy ha messo in campo una possibile alternativa con la proposta delle unioni domestiche registrate per le persone dello stesso sesso.
Questo è già il terzo tentativo: si era infatti già discusso di un progetto di legge simile nel 2015 e nel 2018. Al tempo, però, non si era trovato neppure un membro del Parlamento disposto a sostenere pubblicamente le unioni domestiche registrate e a presentare una mozione in tal senso. A marzo 2023, invece, è stato presentato un progetto di legge sostenuto da 18 componenti del Parlamento. Se dovesse avere esito positivo, per il Paese questo sarebbe anche un modo per avvicinarsi ideologicamente all’UE e allontanarsi dalla Russia: magari questa volta potrebbe essere proprio questa l’argomentazione decisiva.
Chiarezza entro la fine dell’anno
Il progetto di legge è stato avviato e seguito dall’ONG «Fulcrum UA». L’organizzazione per i diritti umani con sede a Kiev è stata fondata nel 2009 come organizzazione benefica per le persone affette da HIV. Oggi Fulcrum ha come obiettivo quello di permettere l’unione civile tra persone queer.
Andy Künzler, socio di Network e responsabile della Commissione Politica, ha partecipato a una lunga videoconferenza con il presidente di Fulcrum Tymur Levchuk. Tymur ha riferito che proprio gli uomini queer stanno combattendo con forza al fronte, perché un’eventuale dominazione russa comporterebbe notevoli rinunce per loro.
L’organizzazione sta facendo leva sul fatto che la popolazione ripone grande fiducia nell’esercito, quindi il coming out di un soldato ha un effetto del tutto diverso rispetto a quello di un civile. Inoltre, per fare in modo che sempre più soldati queer dichiarino apertamente il loro orientamento, Fulcrum sta collaborando a stretto contatto con l’organizzazione «Ukrainian LGBTIQ+ Military for Equal Rights». Stando ai sondaggi attualmente circa il 53-56% della popolazione sarebbe favorevole alla nuova legge sull’unione domestica registrata. In base a quanto è stato riferito a coloro che hanno promosso l’iniziativa, le 13 commissioni competenti dovrebbero prendere in esame il progetto di legge entro la fine dell’anno. Dopodiché si potrà passare alla discussione in Parlamento in seduta plenaria.
Pressioni politiche
In che modo Network può sostenere la comunità ucraina in questa fase così cruciale? Come spiega Andy Künzler, l’associazione può fornire un sostegno dando visibilità a questo tema nell’Europa occidentale. Contatteremo quindi il DFAE e scriveremo alle ambasciate per chiedere che venga sostenuta l’approvazione di questa legge. «Gli aiuti internazionali dovrebbero soddisfare determinate condizioni, come il rispetto delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo», continua Andy.
Inoltre, per aumentare le pressioni politiche dovremmo fare rete con le organizzazioni di altri Paesi. In ultimo, ma non per importanza, Network può anche offrire un sostegno finanziario, così da rendere possibile il lavoro politico.
Questo impegno a favore dell’Ucraina è in linea con l’obiettivo della CoPo di intervenire, quando possibile, anche all’estero. «In Svizzera noi siamo sempre più privilegiati e vi sono sempre meno tematiche urgenti sulle quali possiamo impegnarci attivamente», spiega il responsabile della CoPo Andy.
Testo: Silvan Hess
Traduzione: Angelo Caltagirone