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Terapie di conversione 12.8.19

Non c’è «cura» per gli omosessuali

Angelo Barrile
Angelo Barrile

Il 21 giugno il socio di Network Angelo Barrile è stato cofirmatario di una mozione della consigliera nazionale del PBD di Zurigo Rosmarie Quadranti. La mozione mira a vietare le terapie di conversione su bambini e adolescenti.

Pensieri come «Voglio essere normale!» o «Perché proprio io!?» possono essere ricorrenti per chiunque debba fare i conti con la propria identità sessuale. Se sono poi i genitori a porsi tali domande sui propri figli, può succedere che bambini e ragazzi vengano sottoposti alle cosiddette terapie di conversione. Questo termine designa un gruppo di metodi di psicoterapia altamente controversi che cercano di sradicare le tendenze omosessuali e favorire lo sviluppo dell’orientamento eterosessuale. I cosiddetti «movimenti ex-gay» sono nati principalmente in ambienti evangelicali. Il film di qualche anno fa «Boy Erased» (Vite cancellate) documenta in modo impressionante come si può svolgere una terapia di conversione.

L’ASP (Associazione svizzera degli psicoterapeuti) rifiuta rigorosamente le terapie di conversione e fornisce preziose spiegazioni in un comunicato stampa del 18 giugno: «L’omosessualità non è una malattia ed è stata rimossa dalla lista delle malattie dall’OMS già nel 1992. Non ci sono prove scientifiche che l’orientamento sessuale possa essere modificato tramite la terapia. I motivi per cui una persona è omosessuale, bisessuale, eterosessuale ecc. sono sconosciuti.»  

Il 21 giugno, la consigliera nazionale del PBD Rosmarie Quadranti (ZH) ha presentato una mozione per chiedere che le «terapie di conversione» su adolescenti siano vietate, che le persone che effettuano tali terapie siano interdette dal lavoro e che queste «terapie» non siano assolutamente coperte dalla cassa malati. Il Consigliere nazionale PS e socio di Network Angelo Barrile (ZH) è cofirmatario della mozione. Abbiamo parlato con lui dell’argomento ponendogli tre domande.

Angelo, nel 2016 il Consiglio federale ha rigettato un’interpellanza simile perché non era a conoscenza di organizzazioni che offrivano tali terapie in Svizzera. Perché una nuova mozione oggi?
Allora questa risposta mi stupì; si sapeva, infatti, che le terapie di conversione venivano praticate anche in Svizzera e che circolavano informazioni in merito. Sono a conoscenza di casi di uomini in Svizzera che sono venuti a contatto con tali terapie o ai quali sono state consigliate. Questi fatti sono confermati anche da articoli e servizi attuali nei media svizzeri. Il Consiglio federale diede allora una risposta sbagliata e deve ora riesaminare la questione: la nostra mozione comune lo obbliga a farlo.

Diciamo la verità, nessun psicoterapeuta svizzero effettuerebbe mai una tale terapia poiché non è compatibile con l’etica professionale degli specialisti né in campo psicoterapeutico né in quello pastorale. Quindi a cosa dovrebbe servire esattamente il divieto?
È la stessa cosa che pensavo anch’io. Ma purtroppo non è così. Proprio all’inizio di luglio è uscito un articolo su uno psichiatra del Canton Svitto su questo argomento. Ma il peggio di questa storia è che la terapia è stata persino dichiarata come psicoterapia medica e quindi pagata dalla cassa malati. L’attuale situazione legislativa non contempla la possibilità di sanzioni contro questo medico – come multe o addirittura un divieto professionale – sebbene abbia violato l’etica professionale.

Con un divieto, invece, diamo un segnale chiaro e netto: tali terapie non sono consentite e coloro che le eseguono non possono più esercitare la propria professione in Svizzera.

Tuttavia la mozione non può impedire che i bambini vengano mandati all’estero per tali terapie. Non credi che questo rischio esista?
Noi possiamo influenzare direttamente solo la legislazione svizzera. Il fatto che sia possibile ripiegare su una terapia all’estero non deve impedirci di dare un segnale chiaro nel nostro paese. A mio parere, ci vuole molta audacia e un piglio quasi criminale per mandare i propri figli all’estero a fare delle terapie vietate in Svizzera.

Testo: Michel Bossart
Traduzione: Angelo Caltagirone

 

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