Intervista a WAM 30.12.24
«Sono ispirato da personalità spigolose»

Il Papa, Globi, Blocher: Walter Andreas Müller riesce a farli tutti. Nell’intervista, il nostro socio di lunga data riflette sulla sua carriera di attore e sul suo coming out relativamente tardivo.
WAM, a maggio hai ricevuto il Prix Walo, il premio d’onore alla carriera. E quella sera non ne sapevi nulla. Come hai vissuto questo momento?
Quando Monika Kaelin ha cominciato a parlare sul palco e dopo due o tre frasi mi sono accorto che stava parlando di me, mi sono un po’ spaventato. Anche perché in passato mi ero a volte espresso in maniera critica sul Prix Walo. Quando, per esempio, una persona come Hausi Leutenegger riceve un premio per la sua «carriera cinematografica», è davvero una cosa strana. Ho fatto quindi un po’ di scena con la leggendaria apparizione di Marcel Reich-Ranicki al premio televisivo del 2008 (nella voce di Reich-Ranicki): «Non accetto questo premio!»
Sarebbe stato un bel colpo…
No, alla fine ero davvero contento. È un bel riconoscimento. E in effetti negli ultimi decenni mi si sono accumulate molte cose. Ho sentito che ci sono più di 7000 documenti con un riferimento a me nell’archivio della televisione svizzera SRF. E sottolineo «archivio», perché non registrano più niente di nuovo su di me…
C’è un po’ di risentimento in quello che dici.
È sempre un bene promuovere giovani talenti e nuovi format. Di recente mi sono divertito un sacco in «Late Night Switzerland» con Stefan Büsser. Ma credo che la televisione punti sul cavallo sbagliato quando produce quasi esclusivamente giovani programmi di intrattenimento per un pubblico piuttosto anziano. Negli ultimi anni sono salito sul palco 187 volte per il musical «Sister Äct» e 200 volte per la commedia «Hanno sequestrato il Papa»: il pubblico della SRF si sarebbe sicuramente divertito con una registrazione di questi spettacoli.
L’interruzione della tua sitcom sul Consiglio federale «Classe politique» con Birgit Steinegger è stata incomprensibile anche per te. Hanno risparmiato al posto sbagliato?
Assolutamente sì! Tante persone sentono la mancanza di questa trasmissione, lo so da diverse conversazioni personali.
Quale ruolo ti viene chiesto più spesso?
Chiaramente l’ex consigliere federale Christoph Blocher.
Quale consigliere federale più attuale ti affascinerebbe come personaggio?
Mi servono sempre personalità spigolose. Mi viene in mente spontaneamente Alain Berset. La voce sarebbe facile da imitare, ma ci vorrebbe anche la maschera giusta, perché rappresenta il 50% di una buona imitazione. Per Samuel Schmid mi ci volevano due ore e mezza, mentre per Christoph Blocher bastavano gli occhiali e un breve adattamento dell’acconciatura.
Blocher e in generale tutti i politici che imiti sono entusiasti della tua performance. Potrebbe sembrare che tu non stia esplorando i limiti della satira con la loro imitazione?
Per lo meno non mi hanno mai denunciato. Abbiamo sempre cercato un approccio professionale che rendesse giustizia ai personaggi, un approccio che io chiamo «seriamente comico». In altre parole, non siamo mai stati veramente volgari. E di questo devo ringraziare i miei autori di lunga data.
In qualche evento di network ti chiedono mai «Dai, facci Blocher»?
È già successo! Ma ovviamente anche al di fuori di network, ho avuto persino richieste di esibizioni spontanee gratuite. E poi mi chiedono anche di passare dalla voce di Globi a quella di Blocher. Quando diventa troppo, dico semplicemente: «Senti, un’esibizione del genere non avresti neanche i mezzi per pagarla!» (ride)
Per network Zurigo, un anno fa ti sei calato nuovamente in un vecchio ruolo per beneficenza.
Intendi il Social Dinner di network?
Esattamente! In quell’occasione facevi il cameriere, proprio come faceva Hans Meier nella leggendaria sitcom «Fascht e Familie» (Quasi una famiglia). Sei favorevole al principio del Social Dinner per un impegno al di fuori della comunità LGBTI?
Sì, che un’associazione queer si impegni anche in questo modo, è un buon segno, e ha sicuramente un effetto positivo sull’accettazione nella società.
Nella tua carriera hai interpretato numerosi politici, ma come WAM praticamente non «sei mai politico».
In questo contesto rimango riservato e neutrale, principalmente perché non c’è nessun partito con cui riesco a identificarmi completamente. A seconda del tema, sostengo posizioni provenienti da diverse aree dello spettro politico. Alla fin fine direi che mi posiziono da qualche parte nel centro sinistra.
Ma sei contento delle conquiste ottenute per le persone LGBTI come il matrimonio per tutti, vero?
Assolutamente sì! In quel contesto mi ero anche esposto nei media con una presenza insolitamente forte. Anche se non ne farò uso, sono contento che ora abbiamo questa possibilità. Il mio partner ed io abbiamo valutato i pro e i contro per noi personalmente e alla fine abbiamo deciso di non sposarci.
Il tuo partner, che hai assistito a domicilio per dieci anni dopo che è stato colpito da un ictus, è da qualche tempo in una casa di cura. Non sarebbe utile essere sposati in un caso del genere?
Posso dire che, per fortuna, non ho mai avuto problemi a vederlo o a ottenere informazioni mediche. Nel frattempo abbiamo già sistemato le questioni ereditarie con i nostri testamenti.
Hai iniziato a parlare pubblicamente del tuo essere gay solo circa 20 anni fa, anche per proteggere il tuo partner. Il coming out ha influenzato in qualche modo la tua carriera?
No, fortunatamente nel mio settore non è un problema. Nella mia cerchia di amici, la mia «bolla teatrale», si sapeva già da molto tempo. Spesso mi hanno detto che non si vedeva affatto che fossi gay. All’epoca, purtroppo, l’ho percepito come un complimento. Mi vergogno ancora oggi di questo atteggiamento.
Gli attori eterosessuali possono interpretare ruoli gay?
Una discussione completamente assurda. Certo che possono farlo – proprio come io interpreto gli etero. Il nostro compito principale è dare un volto alle persone.
È proprio quello che hai fatto centinaia di volte sul palco negli ultimi anni. Hai voglia di prenderti una pausa?
Esatto, e ora parto per un viaggio: in programma, tra le tante cose, ci sono Nizza, Panama e Messico. Attualmente sto anche lavorando al copione del prossimo audiolibro di Globi, che uscirà a febbraio. E la televisione svizzera trasmette il giorno di Natale un ritratto dettagliato su di me.
Ma così ci sarà nuovo materiale per l’archivio della SRF! Posso fare ancora una proposta? Perché non fai di nuovo il presentatore radiofonico, come il 1° aprile quando hai moderato a sorpresa il «Concerto a richiesta»!
Forse lo ripetiamo davvero, chissà! Ho iniziato nel 1975 come presentatore alla radio DRS dove ho lavorato con molto entusiasmo fino al 2017. Ritrovarmi con il pubblico mi ha fatto enormemente piacere.
Sei stato accolto con così tanto amore, è stato fantastico. L’anno prossimo compierai 80 anni. Hai previsto qualcosa di nuovo per il palco nell’anno dell’anniversario?
Un «programma di compleanno» davvero speciale, ma non voglio ancora svelare di più.