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Orgoglio di San Gallo 6.9.23

Successo del primo Pride di San Gallo

I soci di network all’inizio della sfilata sulla Kornhausplatz (Foto: network)
I soci di network all’inizio della sfilata sulla Kornhausplatz (Foto: network)

Il primo Pride di San Gallo ha avuto una risonanza travolgente e la partecipazione di 2500 persone. Anche network era presente e ha colto l’occasione per rafforzare i contatti con le università locali.

«Zeit, Farbe zu bekennen», liberamente tradotto in italiano con «È ora di metterci la faccia», era il motto dietro al quale il 12 agosto hanno sfilato, secondo le stime ufficiali, circa 2500 persone nel centro storico di San Gallo. Il primo Pride che il centro culturale ed economico della Svizzera orientale abbia mai vissuto è stato un vero successo. network non poteva mancare a questa prima edizione. La delegazione di undici membri del gruppo regionale Svizzera orientale, oltre a partecipare alla manifestazione ha approfittato dell’occasione di un aperitivo prima della sfilata per stabilire importanti contatti con le università di San Gallo.

Promuovere la visibilità
«Abbiamo tradizionalmente un buon rapporto con l’associazione UniGay, ma l’intensità di questo contatto ha subito varie oscillazioni nel corso degli anni», afferma il responsabile regionale Peter Altherr. Ora era di nuovo il momento di rafforzare il legame con UniGay, il portavoce delle persone LGBTI presso l’Università di San Gallo (HSG), e di promuovere la visibilità di network in quella sede. Anche l’Alta Scuola Pedagogica di San Gallo (PHSG) ha partecipato all’aperitivo, al quale hanno aderito infine circa 40 persone.

Peter sottolinea quanto sia importante motivare più rappresentanti degli studenti di UniGay a diventare soci di network. Dopo tutto, l’associazione ha molto da offrire agli studenti: tra le tante cose, un programma variegato di eventi in tutta la Svizzera e l’opportunità di incontrare personaggi famosi della vita pubblica. «Siamo consapevoli che la maggior parte degli studenti probabilmente non rimarrà nella regione della Svizzera orientale e del Liechtenstein quando avrà finito di studiare», afferma Peter. «La cosa principale, però, è riuscire a conquistarli nelle fila dell’associazione nazionale network.»

Grande atmosfera nonostante il divieto di fare musica
Dopo l’aperitivo, i soci di network si sono recati alla Kornhausplatz, dove è iniziata la sfilata per un tragitto di due chilometri. Peter è rimasto positivamente sorpreso dal gran numero di partecipanti. «Soprattutto perché era ancora il periodo delle vacanze e c’era una forte concorrenza da parte della Street Parade a Zurigo», dice Peter, che parla anche della bella atmosfera creatasi per l’evento. Il divieto della polizia di riprodurre musica durante la sfilata, che in precedenza aveva fatto discutere, non ha intaccato l’atmosfera esuberante dei partecipanti.

La musica c’è stata poi alla fine della sfilata, nel parco St. Leonhard. Il programma prevedeva inoltre alcuni discorsi, un po’ troppo lunghi secondo il parere di Peter. «È chiaro, il primo Pride ha un significato speciale e con questi discorsi gli si è voluto rendere giustizia. Ma è un peccato che alcune persone abbiano abbandonato l’evento prima della fine perché durava troppo a lungo.»

A Peter ha dato anche un po’ fastidio il vocabolario di lotta e talvolta politico di una parte di relatrici e relatori. Ma è stato ancora più irritato dagli slogan primitivi contro l’UDC da parte di alcuni partecipanti – una cosa assolutamente da non fare secondo il responsabile regionale di network. «Se noi stessi esigiamo tolleranza, allora penso che dovremmo essere tolleranti anche nei confronti di chi la pensa diversamente da noi. Gli insulti non aiutano.»

Testo: Silvan Hess
Traduzione: Angelo Caltagirone

 

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