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Matrimonio civile per tutti 7.7.20

Un passo avanti verso l’obiettivo

Dopo il sorprendente e chiaro «sì» del Consiglio nazionale al «Matrimonio civile per tutti», Daniel Stolz, membro del Consiglio direttivo, ci illustra i prossimi ostacoli da superare. Spiega inoltre perché è così importante sostenere finanziariamente il comitato per la campagna.

Il 3 giugno la delusione è stata dapprima cocente: la community sperava che il Consiglio nazionale avrebbe dato il via libera al «Matrimonio civile per tutti» già al primo dibattito. Ma non è andata così. Il dibattito è stato interrotto per lasciare spazio ai dossier urgenti sul coronavirus e rimandato all’11 giugno.

Poi è giunto il momento: con 152 voti favorevoli, 39 contrari e 4 astenuti, il Consiglio nazionale si è chiaramente pronunciato a favore del «Matrimonio civile per tutti» con una reale parità di diritti. Il che significa che anche la donazione di sperma per le coppie di donne e il riconoscimento della genitorialità hanno trovato una maggioranza a favore. In questo modo, le coppie omosessuali sposate dovrebbero godere degli stessi diritti e doveri dei coniugi eterosessuali.

Per ottenere un vero e proprio matrimonio egualitario manca ora l’approvazione del Consiglio degli Stati, che forse voterà la questione già nella sessione autunnale. Tuttavia, qui il progetto potrebbe incontrare maggiori resistenze, poiché il Consiglio degli Stati dopo le ultime elezioni è diventato nettamente più conservatore. Gli ambienti evangelici hanno inoltre annunciato che in caso di approvazione del «Matrimonio civile per tutti» ricorreranno a un referendum. È molto probabile che si arrivi dunque a una votazione popolare.

Per questo motivo, il comitato «Matrimonio civile per tutti», promosso dalle organizzazioni LGB, ha lanciato una raccolta fondi. Il membro del Consiglio direttivo Daniel Stolz rappresenta Network in seno al comitato. Lo abbiamo intervistato:

Daniel, quali ostacoli deve ancora superare il «Matrimonio civile per tutti», e in che tempi?
In primo luogo, la Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati esaminerà la proposta del «Matrimonio civile per tutti». Mi auguro che lo faccia già nella sessione di agosto. La Commissione è libera di discutere nuovamente tutti gli aspetti. Tuttavia, può anche darsi che una maggioranza voglia risolvere rapidamente la questione. Pertanto non si sa quando la Commissione degli affari giuridici concluderà le proprie consultazioni. Ancora più importante è capire se approverà la donazione di sperma e il riconoscimento della genitorialità. Se così fosse, le nostre possibilità in seno alla sessione plenaria del Consiglio degli Stati aumenterebbero.

Qual è il tuo pronostico sulla votazione nel Consiglio degli Stati?
La cosa difficile dei pronostici, è che si riferiscono al futuro! Scherzi a parte, dalla mia esperienza di consigliere nazionale ho imparato che nel Consiglio degli Stati le posizioni di partito sono meno determinanti rispetto al Consiglio nazionale. Pertanto, negli ambienti conservatori del PPD e del PLR vi sarà maggiore resistenza, non tanto nei confronti del «Matrimonio civile per tutti», quanto della donazione di sperma. Ma non voglio eludere la tua domanda, perciò punterei su una maggioranza risicata a favore del pacchetto completo, e spero di non sbagliarmi.

Il comitato «Matrimonio civile per tutti» ha chiesto a tutti i membri di fare una donazione. Come vengono spesi i franchi che doniamo?
Permettetemi di chiarire una cosa. Il nuovo Consiglio direttivo, di cui faccio parte, opera su base volontaria. Ma oggi per mettere in campo una campagna politica efficace e portarla avanti sono necessari dei professionisti. Anziché assegnare l’incarico a una società esterna, abbiamo scelto di creare un team interno addetto alla promozione della campagna. Questo anche per essere più flessibili, in linea con il fattore tempo. Le donazioni raccolte vengono utilizzate per pagare le attività di lobbying a Berna e la preparazione della campagna, in particolare di una campagna preliminare. Per il momento, quindi, assumeremo una persona con un contratto al 60%. Più donazioni riceviamo ora, più potremo agire efficacemente e preparare il terreno. D’altra parte, potremmo dover dare prova di grande resistenza, anche in termini finanziari. E la raccolta fondi per la campagna vera e propria deve ancora iniziare.

Testo: Michel Bossart
Traduzione: Angelo Caltagirone

L’11 giugno, i seguenti consiglieri e consigliere nazionali hanno detto no al «Matrimonio civile per tutti»:

Jean-Luc Addor (UDC, VS), Thomas Aeschi (UDC, ZG), Philipp Bregy (PPD, VS), Thomas Burgherr (UDC, AG), Martin Candinas (PPD, GR), Thomas de Courten (UDC, BL), Marcel Dettling (UDC, SZ), Yvette Estermann (UDC, LU), Andreas Gafner (UDF, BE), Andrea Geissbühler (UDC, BE), Benjamin Giezendanner (UDC, AG), Andreas Glarner (UDC, AG), Jean-Pierre Grin (UDC, VD), Jean-Paul Gschwind (PPD, JU), Martin Haab (UDC, ZH), Alfred Heer (UDC, ZH), Verena Herzog (UDC, TG), Erich Hess (UDC, BE), Sidney Kamerzin (PPD, VS), Peter Keller (UDC, NW), Piero Marchesi (UDC, TI), Thomas Matter (UDC, ZH), Leo Müller (PPD, LU), Yves Nidegger (UDC, GE), Thomas Rechsteiner (PPD, AI), Fabio Regazzi (PPD, TI), Benjamin Roduit (PPD, VS), Franz Ruppen (UDC, VS), Gregor Rutz (UDC, ZH), Therese Schläpfer (UDC, ZH), Pirmin Schwander (UDC, SZ), Marianne Streiff (PEV, BE), Mauro Tuena (UDC, ZH), Erich von Sibenthal (UDC, BE), Bruno Walliser (UDC, ZH), David Zuberbühler (UDC, AR)

 

 

 

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