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In primo piano 11.4.22

Ama i film e il buon cibo

Roman Greter è entrato di recente a far parte del gruppo regionale di Lucerna. Ha meno di 30 anni e ha scoperto Network sui social media. Proprietario di una drogheria, in questa intervista Roman si presenta.

Roman, quando e in quali circostanze hai sentito parlare per la prima volta di Network?
La pagina di Network mi è apparsa nel newsfeed di Facebook ed era la prima volta che ne sentivo parlare. Due anni fa mi sono trasferito dal Freiamt a Lucerna perché a gennaio 2021 ho rilevato qui una drogheria. Ho quindi pensato che entrare a far parte di Network potesse essere una buona occasione per intessere rapporti professionali e privati in città. Mi sono messo in contatto con Network e il giorno stesso sono stato invitato al primo aperitivo utile.

Cosa ti aspetti ora che sei socio di Network?
Di avere contatti di tipo professionale, stringere amicizie e partecipare a riunioni intercantonali di Network. Nel gruppo regionale di Lucerna ci sono alcuni soci che lavorano in settori simili al mio, altra cosa che trovo fantastica.

Appartenendo alla classe 1993, sei uno dei soci più giovani. Ti dà fastidio?
Me l’aspettavo che la maggior parte dei soci fosse sulla quarantina, e questo non mi disturba affatto. Adesso ci sono però anche alcuni simpatizzanti più giovani, il che favorisce lo scambio intergenerazionale tra i soci.

Come hai vissuto il processo di candidatura?
Qui a Lucerna è stato semplicissimo. Dopo il mio primo contatto, ho partecipato a un aperitivo del martedì in un locale dove si riunisce abitualmente il gruppo e mi sono sentito subito a mio agio.

Eri da solo e non conoscevi nessuno. Non eri nervoso?
(ride) No, per niente. Non sono una persona timida e non ho difficoltà a socializzare.

Sei proprietario di una drogheria: cosa ti piace di più di questa attività e cosa di meno?
La cosa che mi piace di più è la mia indipendenza. Mi piace il contatto con la clientela e quanto varia possa essere la giornata di un droghiere. Si tratta di un settore specifico, ma al contempo ampio e diversificato. Come droghiere, miscelo io stesso molti prodotti, come sciroppi per la tosse o pomate. Questo rende il mio lavoro davvero unico. In più, va detto che su una superficie complessiva di 220 metri quadrati gestiamo, oltre alla drogheria, anche un negozio specializzato in colori e vernici. Questo rende la mia quotidianità ancora più varia.

E cosa ti piace di meno?
Forse il fatto che la mia vita sia legata all’orario di apertura del negozio. E, con dieci dipendenti, capita sempre che qualcuno si assenti, il che significa che si è sempre di corsa.

Nel tempo libero ti piace cucinare. Preferisci sperimentare o puntare sulla tradizione? Cosa ti riesce particolarmente bene ai fornelli?
Mi piace provare cose nuove quando ho tempo. Tuttavia, non cucino seguendo le ricette, ma piuttosto il mio istinto. L’ho imparato da mia madre, che ho sempre aiutato in casa. Mi riescono particolarmente bene i risotti e i piatti asiatici della cucina tailandese e indiana.

Come ti rilassi dopo una dura giornata di lavoro?
Cucinando. Se sono da solo, però, non è che passi le ore a cucinare. Per rilassarmi, vorrei anche ricominciare a praticare yoga o semplicemente godermi il tempo con il mio compagno.

Ti piacciono anche i film. Puoi citarmene uno che ha lasciato un segno (indelebile) nella tua vita?
«Il caso Spotlight». Questa pellicola drammatica del 2015 si basa su eventi reali e narra le vicende di un team di giornalisti che denuncia abusi sessuali nella Chiesa Cattolica Romana a Boston. Si tratta di un film che mi ha commosso e colpito molto. 

 

Cinema o Netflix?
Adoro andare al cinema nel weekend, mentre in settimana può andare bene anche Netflix. Mi piacciono molto entrambi.

Città o campagna?
Sono cresciuto in campagna e ora vivo a Lucerna, che è della dimensione giusta per me, quindi: città.

Slow food o fast food?
Slow food. Sono un buongustaio e mi piace il buon cibo.

Se fossi un cane…
…mi farei accarezzare tutto il giorno.

Intervista: Michel Bossart
Traduzione: Angelo Caltagirone

 

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