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Gay in terza età 11.3.20

Anziani arcobaleno: un tema elettorale a Ginevra

Matthias Erhardt (Verdi) e Roger Gaberell (PPD) si sono impegnati insieme a favore degli «anziani arcobaleno».
Matthias Erhardt (Verdi) e Roger Gaberell (PPD) si sono impegnati insieme a favore degli «anziani arcobaleno».

A une certa età non si ha più voglia di (tornare a) nascondere il proprio orientamento sessuale: molte persone LGBTI in età pensionabile che necessitano di cure non accettano più di essere ignorate. In vista delle elezioni comunali ginevrine, il socio di Network Roger Gaberell lancia il tema degli «anziani arcobaleno» nell’agenda politica di Ginevra.

Solo nel Cantone di Ginevra si stima vi siano tra le 4000 e le 8000 persone LGBTI sopra i 65 anni. Le persone LGBTI più anziane appartengono a una generazione che ha subito emarginazioni di natura giuridica, professionale, sociale o religiosa in virtù del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere. Una generazione il cui stile di vita ha portato spesso le persone a vivere sole, senza esporsi troppo. Proprio per questo, si tratta di soggetti particolarmente vulnerabili. Ma ci sono anche sempre più anziani e anziane che fanno ormai parte della generazione out e che dagli anni ’70 ha iniziato a vivere liberamente la propria vita. E questi riscontrano ora un altro problema: non appena hanno bisogno di cure, rischiano di nuovo di dover nascondere la propria identità.

La città di Ginevra ha incaricato l’«Association 360» di condurre uno studio per fornire informazioni più precise sulle esigenze di questa fetta di popolazione. Mancano ancora chiare linee d’azione da parte delle istituzioni. Tuttavia, i risultati dello studio hanno portato «360» a lanciare un programma per le persone LGBTI della terza età, che è supportato anche dalla città. «360» si è dedicata innanzitutto agli aspetti della sensibilizzazione e della visibilità. Sotto la direzione di Geneviève Donnet, responsabile del progetto, all’inizio di febbraio si è svolta una giornata di studio presso l’Università di Ginevra. Dopo il successo del convegno, è giunto il momento di tradurre i risultati in azioni concrete anche in ambito politico, soprattutto nel campo della salute.

L’evento organizzato il 22 febbraio, in vista delle imminenti elezioni comunali di Ginevra, aveva proprio questo scopo. Dopo un quadro generale sullo stato dei lavori preliminari, circa 25 candidate e candidati di vari partiti e professionisti dell’assistenza sanitaria si sono confrontati sulla loro percezione e hanno discusso le possibili misure da introdurre.

I due candidati al Consiglio comunale di Ginevra Matthias Erhardt (Verdi, copresidente dell’organizzazione ombrello delle associazioni LGBTI di Ginevra) e Roger Gaberell (PPD, socio di Network e assistente per anziani ai tempi dello studio) vogliono inserire definitivamente il tema dell’attenzione agli «anziani arcobaleno» nell’agenda politica.

Stando alle parole di Roger è innanzitutto necessario spiegare la necessità di questa attenzione, perché buona parte dell’opinione pubblica non capisce come mai le persone LGBTI nella terza età avrebbero bisogno di un «trattamento speciale». Un’accusa ricorrente é che, dopo decenni di sforzi per l’inclusione, ora con queste rivendicazioni si rischia di creare nuovamente dei ghetti. Roger precisa: «La nostra società è diventata più inclusiva. Il contributo principale in tal senso proviene sempre dal singolo. Ma in età avanzata la tolleranza non è più sufficiente; è necessaria un’inclusione più attiva. E l’attuale settore sanitario il più delle volte non è in grado di fornirla».

Oggi infatti, negli ambienti dell’assistenza domestica o delle case di cura, le persone LGBTI incontrano spesso incomprensioni da parte dell’amministrazione o del personale di assistenza, per lo più legate a una cultura religiosa tradizionale, soprattutto a Ginevra. Ma anche l’incomprensione da parte di coinquilini e coinquiline, appartenenti a una generazione meno tollerante, e la vergogna ancora diffusa fra parenti e familiari, sono ostacoli difficili da affrontare.

In questo contesto, Matthias sottolinea l’importanza delle associazioni: «Le associazioni offrono alle persone LGBTI una buona base per crearsi una famiglia di persone scelte. In questa cerchia, la persona può essere se stessa, al contrario di quanto avviene spesso con la famiglia biologica. Le associazioni devono quindi essere in grado di offrire agli anziani una vita attiva».

La discussione approfondita e costruttiva, sviluppatasi in occasione delle elezioni, si è concentrata sulla sensibilizzazione di una più ampia fetta dell’opinione pubblica, sull’istruzione di base, su una possibile formazione speciale, sulle istituzioni attente alle questioni LGBTI, sulle abitazioni miste con un’alta percentuale di persone LGBTI e su strutture esclusive. Roger conclude: «Una soluzione promettente sarebbe probabilmente quella di creare un marchio per le strutture e i servizi di assistenza LGBTI friendly».

Testo: Michel Bossart
Traduzione: Angelo Caltagirone

 

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