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Aperitivi virtuali 12.5.20

Esperienze per lo più positive

Quasi tutte le regioni hanno spostato i loro incontri periodici nello spazio virtuale. Di particolare successo sono gli aperitivi, in cui un relatore affronta un argomento centrale. Da questi interventi nascono vivaci dibattiti. 

Anche ad aprile la vita associativa di Network è stata scandita dal lockdown parziale dovuto al coronavirus. Le singole regioni hanno rapidamente sostituito gli incontri periodici con aperitivi virtuali. Abbiamo analizzato la situazione, che può essere così riassunta:

nella regione di Berna si svolgono aperitivi virtuali a scadenza settimanale. Ogni riunione su Zoom verte su un argomento centrale, trattato da uno specialista. Ad esempio, il 21 aprile Erwin Schmid ha parlato delle particolari sfide professionali legate al ruolo di redattore del Palazzo federale per SRF, mentre il 14 aprile il tema è stato «Turismo e coronavirus». Markus Dinhobl riferisce che ogni volta un terzo di tutti i soci, vale a dire circa 35 persone, si connette e partecipa alle discussioni, e gli fa piacere constatare che spesso si colleghino anche soci di Network di altre regioni.

La risposta è stata positiva anche a Ginevra, come riporta Jaime Coghi Arias. Inizialmente era scettico, perché siccome ora molte persone seguono ogni giorno videoconferenze per lavoro, temeva che la sera non avessero più voglia di stare in collegamento su Zoom. Questo il suo giudizio a posteriori:  «Abbiamo notato due cose: ognuno vive l’isolamento e lo smart working in modo diverso. Anche se durante il giorno dobbiamo seguire diverse riunioni online, l’idea di incontrare gli amici sullo stesso canale suscita comunque entusiasmo».

A Zurigo si sono svolti finora quattro aperitivi virtuali con una media di 25 partecipanti. Erik Schlumpf ritiene che la formula della «relazione su un argomento» funzioni molto bene: «Dalle 18:30 alle 19:00, gli oratori intervengono su un determinato argomento e parlano della loro situazione». I temi trattati finora sono stati: «Coronavirus: punto di vista scientifico vs teorie complottiste», «Protezione dei dati e sicurezza informatica» e «Famiglie arcobaleno».

Gli aperitivi virtuali del gruppo Network di Losanna si sono addirittura meritati un servizio giornalistico sulla rivista «360°». Raphaël Hatem afferma che, dopo una prima riunione piuttosto insignificante, si è reso necessario organizzare la cosa in modo più strutturato. Il successivo aperitivo virtuale, in cui un avvocato ha parlato di lavoro ridotto, è stato un vero successo sotto tutti i punti di vista. E un vantaggio di questa formula, come spiega Raphaël ammiccando, è che tutti sono costretti ad ascoltarsi l’un l’altro.

Non si sono ancora svolte riunioni virtuali nella Svizzera orientale e nella regione di Basilea. Michael Lindenmann (Svizzera orientale), dopo un mese di servizio militare, ha fatto un piccolo sondaggio tra i membri della sua regione. Come racconta: «Una parte è interessata e si è iscritta, altri non sono affatto interessati». Michael ha ora in programma di organizzare aperitivi virtuali ogni due settimane per la Svizzera orientale. Michael Steuerwald di Basilea afferma invece che la direzione regionale ha dibattuto a lungo e intensamente sull’argomento e alla fine ha deciso di non organizzare aperitivi su Zoom. Spiega così la scelta: «Pensiamo che questa formula sia poco adatta a un aperitivo. Inoltre, le videoconferenze sono faticose e ne svolgiamo già molte durante il giorno». Finora nessuno del gruppo regionale si è lamentato o ha preso l’iniziativa di introdurre aperitivi di questo tipo.

In generale il feedback dei responsabili regionali sugli aperitivi virtuali è più o meno lo stesso ovunque: sono un momento di allegria che permette di tenersi in contatto senza rischi per la salute, richiedono poco tempo e sono meno impegnativi di riunioni vere e proprie, inoltre consentono di concentrarsi su un argomento. Tra i lati negativi, tutti citano la mancanza di contatto personale perché, come riassume efficacemente Markus Dinhobl, sarebbe meglio confrontarsi di persona e in modo informale, «faccia a faccia».

Testo: Michel Bossart
Testo: Angelo Caltagirone

 

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