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Label Swiss LGBTI 18.7.22

Il punto di partenza per arrivare molto più in lontano: gli effetti del label LGBTI nelle PMI

Le prime sei organizzazioni a ricevere il label Swiss LGBTI nel 2019 e che lo hanno ottenuto per altri tre anni (Fonte: Sandra Meier
Le prime sei organizzazioni a ricevere il label Swiss LGBTI nel 2019 e che lo hanno ottenuto per altri tre anni (Fonte: Sandra Meier

A giugno otto nuove organizzazioni hanno ottenuto il label LGBTI. All’elenco si sono aggiunti non soltanto grandi gruppi noti: la certificazione infatti è sempre più ambita anche dalle PMI. In questo articolo vogliamo concentrarci proprio su di loro.

Quest’anno sono già 24 le organizzazioni che sono riuscite a ottenere il label Swiss LGBTI. Dieci di queste (Bayer Switzerland, Biogen, Julius Bär, KPMG, Pimco Schweiz, Reha Lutzenberg, La Posta Svizzera, Spitex Zürich Sihl, la città di Berna e Unic) hanno ricevuto la certificazione già all’inizio dell’anno.

Seconda assegnazione dell’anno
Il 15 giugno, proprio durante la Zurich Pride Week, presso l’Eventspace Kraftwerk all’interno dell’Impact Hub di Zurigo sono stati assegnati per la quarta volta i label LGBTI. L’evento, moderato da Jeannine Borer, è stato accompagnato dalla musica di Msoke. Dopo i saluti di Lisa Schneider, copresidente di WyberNet, l’ex consigliera nazionale e membro della commissione di assegnazione Rosmarie Quadranti ha tenuto una relazione introduttiva. L’intervento conclusivo invece è stato affidato al presidente di Network Frank Preuss.

Le otto nuove organizzazioni che andranno ad aggiungersi alle altre sono: Bristol-Myers Squibb, Deloitte SA, Swisscard AECS GmbH, Swiss Re, Takeda, la British Embassy di Berna, ten23 Health e ViiV Healthcare GmbH.

In questa occasione è stata poi annunciata anche una novità: il label Swiss LGBTI ha una durata di tre anni, scaduti i quali deve essere rinnovato, come hanno fatto sei organizzazioni che avevano ricevuto la certificazione nel 2019, il primo anno in cui era stata assegnata. Le aziende interessate sono state: Almacasa, Credit Suisse AG, Insel Gruppe, Mercer (Schweiz) GmbH, FFS SA e la Banca cantonale di Zurigo. Tutte sono riuscite a soddisfare i requisiti, oggi più elevati rispetto al 2019, e hanno dunque ricevuto il label Swiss LGBTI per altri tre anni.

Le PMI al centro dell’attenzione
Ancora una volta, quindi, in occasione della cerimonia di assegnazione aziende e organizzazioni di grandi dimensioni sono salite sul palco insieme a piccole e medie imprese. Questo a dimostrazione del fatto che una cultura organizzativa può essere aperta e inclusiva indipendentemente dal settore di attività e dalle dimensioni dell’azienda. Per una volta, però, vogliamo concentrarci sulle più piccole.

Cosa spinge le PMI a voler ottenere il label LGBTI? Abbiamo ricevuto molti feedback interessanti e tutti avevano un elemento in comune: mostravano come la strada verso il label Swiss LGBTI richieda molte energie, ma è in grado di produrre molti cambiamenti in positivo.

Reha Lutzenberg: espressione dell’apertura mentale
Reha Lutzenberg offre lavoro a 35 collaboratori e, essendo un istituto socio-pedagogico per persone affette da dipendenze, ovviamente non è una classica PMI. Secondo Linda Brunner, assistente alla direzione, una comunicazione trasparente con i collaboratori anche per quanto riguarda l’atteggiamento e il comportamento da tenere tra di loro e con le altre persone, dovrebbe essere un principio valido in ogni posto di lavoro.

«Un cliente trans, che durante la terapia abbiamo accompagnato anche in questo processo, ha fatto molto riflettere il nostro team», afferma Linda Brunner. Sono emerse tante domande. Davvero nessuno viene escluso? L’istituto ha davvero fatto di tutto nelle infrastrutture per far sentire tutti i benvenuti?

«Il label testimonia l’atteggiamento di apertura che abbiamo sia all’interno del nostro team che verso le nostre clienti e i nostri clienti. Non abbiamo dovuto fare grandi cambiamenti, si è trattato piuttosto di rendere anche visibile la nostra quotidianità.»

In conclusione, quindi, anche le aziende più piccole tanto quanto i grandi gruppi aziendali possono approfittare dei vantaggi economici garantiti dal label. Per le clienti e i clienti questo rappresenta una promessa e, come spiega Linda Brunner, può essere un incentivo a scegliere proprio questa azienda o questo servizio.

PIMCO: segnale di autentica stima
La società d’investimento PIMCO, con i suoi quasi 3100 collaboratori, a livello globale è tutt’altro che una PMI. La sede svizzera di Zurigo, però, ospita soltanto 10 dipendenti.

«Le nostre collaboratrici e i nostri collaboratori sono il nostro capitale più grande e ci impegniamo per offrire loro un ambiente in cui domina l’integrazione e la diversità, che aiuti sia loro che la nostra clientela a raggiungere il successo», afferma Patrick Beuret, responsabile delle attività di PIMCO in Svizzera. Questo impegno comprende anche la promozione di una cultura che consenta a tutti i collaboratori e le collaboratrici di mostrarsi per quello che sono, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, dalla loro identità di genere o dalla loro espressione di genere.

«Con l’ottenimento del label Swiss LGBTI vogliamo dare un segnale chiaro a favore dell’inclusione e della stima che nutriamo verso il nostro personale, a tutti i livelli aziendali e organizzativi. All’interno del nostro team svizzero la diversità e l’apertura sono all’ordine del giorno», continua Patrick Beuret.

«Sono convinto che noi come team abbiamo interiorizzato questi valori e desideriamo mostrarlo anche all’esterno. Il label LGBTI ci aiuterà a diffondere questo messaggio il più possibile. Alla fine tutto dipende dalla mentalità e dall’atteggiamento personale di ogni membro del team. Il label da solo non basta.»

Per raggiungere un numero maggiore di PMI è necessario diffondere ulteriormente l’importanza del label LGBTI. Allo stesso tempo è giusto anche che questo riconoscimento non venga dato «gratuitamente» e che non possa neppure essere semplicemente acquistato, perché deve essere sempre accompagnato da un impegno autentico. «La procedura attualmente prevista per ottenere il label mi sembra ragionevole, ma deve essere costantemente aggiornata.»

Unic: il label è uno stimolo a fare di più
Il percorso verso l’ottenimento del label può aprire nuove prospettive, come dimostra l’esempio dell’agenzia digitale Unic. Durante il lavoro per aggiudicarsi il label, infatti, il team ha dovuto mettere mano ad alcuni processi che non venivano rielaborati da molto tempo. Tra i temi trattati, per esempio, vi sono stati anche il mobbing e l’integrità personale, afferma Annika Koller, che insieme a Nadine Schlegel all’interno di Unic riveste il ruolo di Diversity & Inclusion Advocate.

Internamente qualcosa si è mosso. «Insieme a Transwelcome abbiamo organizzato diversi workshop, tra cui un cosiddetto diversity talk. La persona che era appena stata incaricata di organizzare il trasloco imminente nel nostro nuovo ufficio di Berna, ha ascoltato questo talk. E se oggi lì i servizi igienici sono gender neutral è proprio grazie a questo evento. Ascoltandolo si è come illuminata: se non avesse partecipato non le sarebbe mai venuto in mente», spiega Annika Koller.

Questo episodio ci porta a una conclusione: se il lavoro per il label non viene svolto in un ambiente sterile, ma è portato avanti in modo trasparente all’interno dell’azienda, si possono ottenere molti più risultati di un semplice riconoscimento.

Spitex Zürich Sihl: un tassello importante del mosaico
Spitex Zürich Sihl, divisione di Spitex Zürich, con i suoi circa 400 collaboratori non è più una PMI per definizione. Ma può rappresentare un esempio per altre organizzazioni di Spitex. Come ben sa, Martin Radtke, responsabile Marketing e comunicazione di Spitex Zürich Sihl: «soltanto chi crea una cultura aziendale positiva in grado di riconoscere il valore dei propri collaboratori potrà trovare personale a sufficienza in futuro. Non è il label da solo, sono i valori vissuti che il label Swiss LGBTI rappresenta a costituire un importante tassello del mosaico per Spitex Zürich.»

Oggi le imprese si fanno concorrenza per conquistare i talenti migliori e, contemporaneamente, le esigenze delle clienti e dei clienti sono sempre più complesse e impegnative. In questo contesto, quindi, la diversità vissuta in prima persona può rappresentare un vantaggio decisivo per qualsiasi azienda, indipendentemente dalle dimensioni. «Diversi studi e testimonianze dimostrano che aziende e organizzazioni raggiungono un successo maggiore se il proprio personale può vivere liberamente la propria diversità», spiega Radtke.

Dopo la cerimonia di assegnazione del label dello scorso anno, a cui aveva partecipato anche Markus Reck, socio di Network e co-CEO di Spitex Zürich, l’organizzazione ha deciso di candidarsi per il label Swiss LGBTI e il motto scelto per il progetto è stato «la diversità crea competenza». «Abbiamo sfruttato la certificazione anche per analizzare nel dettaglio e tenere conto di tutti i temi legati alla diversità all’interno dell’azienda. Oggi possiamo dire che ne è valsa la pena, perché collaboratrici e collaboratori hanno accolto con favore e contribuito a questa iniziativa.»
 

Testo: Silvan Hess
Traduzione: Angelo Caltagirone

 

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