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In primo piano 16.9.22

«Per fortuna oggi i problemi psichici non sono più un tabù»

Socio stabile di Network da maggio 2022: Andrei Morar. (Fonte delle immagini: Andrei Morar)
Socio stabile di Network da maggio 2022: Andrei Morar. (Fonte delle immagini: Andrei Morar)

Andrei Morar è socio del gruppo regionale di Berna dal maggio 2022. Psichiatra e psicoterapeuta politicamente interessato, il trentatreenne cerca il punto di incontro tra l’impegno LGBTI e il sistema sanitario.

Andrei, come hai trovato Network?
Quando sono arrivato in Svizzera nel 2017 dalla Romania e ho iniziato a lavorare come medico, un collega e socio di Network mi ha segnalato l’associazione. A quel tempo, tuttavia, vivevo nel Giura bernese, il che, dal punto di vista geografico, non era del tutto ottimale per la vita associativa. Da due anni vivo invece nella città di Berna e quindi ho percorsi più brevi. Il mio primo evento come simpatizzante è stato, credo, un evento cinematografico. Ricordo di essermi sentito molto a mio agio e di aver avuto buone conversazioni con tutti i presenti.

Sul tuo profilo in Intranet indichi subito diverse commissioni che ti interesserebbero: quale sarebbe la tua missione preferita all’interno di Network?
Poiché provengo dal settore sanitario e sono anche politicamente interessato, le questioni in cui questi due settori svolgono un ruolo sarebbero naturalmente ottimali. L’attuale discussione sul vaiolo delle scimmie, per esempio, mi preoccupa molto. Si sta già consolidando il pregiudizio che solo i gay si possono infettare. Dobbiamo lottare tempestivamente contro questa stigmatizzazione.

Sei il vicedirettore di un day hospital per persone affette da malattie mentali. Hai sentito gli effetti della pandemia di coronavirus?
Sì, all’inizio della pandemia c’erano molte persone che si sono presentate da sole perché stavano male. All’epoca abbiamo anche condotto sedute aggiuntive per telefono o videochiamata. Fino ad allora non capitava così di frequente che le persone interessate si presentassero da sole; in passato erano spesso la famiglia, gli amici o i medici di famiglia a segnalarle. Inoltre, salta all’occhio il fatto che ci siano molti giovani.

In generale, oggi i ragazzi stanno peggio dal punto di vista psicologico rispetto al passato?
Non interpreterei in modo così negativo questo aumento di pazienti giovani. Per fortuna oggi i problemi psichici non sono più un tabù e se ne può parlare più apertamente. Perciò sono più dell’idea che oggi i giovani abbiano meno difficoltà a ricorrere a un aiuto professionale, il che è di per sé positivo.

Cosa fai quando non sei al lavoro?
Mi piace molto viaggiare. Sono originario della Romania e di tanto in tanto vado a trovare la mia famiglia. La mia meta preferita per le vacanze è Rio de Janeiro, dove ho fatto un tirocinio di un anno e ho ancora molti amici.

Il Brasile è una destinazione di vacanza non del tutto innocua…
È vero, ma finora non mi è mai successo niente. Faccio sempre molta attenzione e non vado in giro come un turista, indossando una camicia hawaiana.

Ci sono degli angoli del globo che devi ancora scoprire?
Conosco già abbastanza bene il Sud America, ma non sono mai stato in Asia. Mi affascinano paesi come il Giappone o la Corea del Sud.

Intervista: Silvan Hess
Traduzione: Angelo Caltagirone

 

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