fbpx Aller au contenu principal

Network in Norvegia 16.9.22

Viaggio a Oslo: una città indomita sotto l’arcobaleno

La patria dell’«Urlo»: il nuovo Museo Munch di Oslo
La patria dell’«Urlo»: il nuovo Museo Munch di Oslo

Il gruppo regionale di Basilea ha organizzato un viaggio di tre giorni a Oslo, caratterizzato da un clima mite e da una piacevole atmosfera. Ha partecipato al viaggio anche il futuro responsabile regionale Robert Lussi, che è rimasto colpito da quanto apertamente e con quale forza la capitale norvegese stia elaborando l’attacco terroristico dello scorso giugno.

È stato un attacco al cuore di una città moderna e cosmopolita: il 25 giugno, a Oslo, un uomo vicino all’ambiente islamico ha sparato alla folla di fronte al locale queer «London Pub» uccidendo due persone.

Non intimiditi
Due mesi dopo l’attentato, dodici soci di Network, guidati dal gruppo regionale di Basilea, hanno visitato la capitale norvegese. Nel corso del viaggio gli omicidi di fronte al più grande club LGBTI del Paese sono stati spesso argomento di discussione.

Robert Lussi, che ha partecipato al viaggio e assumerà la direzione regionale di Basilea nella primavera del 2023, è rimasto profondamente colpito dal modo in cui la gente di Oslo sta affrontando l’accaduto. «Abbiamo parlato spesso con la gente del posto, che ha espresso apertamente i propri pensieri e le proprie opinioni», racconta Robert. Dalle conversazioni è emerso chiaramente che la gente di Oslo non si lascia intimidire.

Un atteggiamento, questo, che è supportato anche da diversi segnali: alcuni soci di Network, ad esempio, hanno visitato il «London Pub» e sono rimasti sorpresi dal fatto che non ci fosse nessun addetto alla sicurezza. Robert ha anche notato che in tutta la città sventola un numero straordinario di bandiere arcobaleno: Oslo dà quindi l’impressione di aver preso posizione ancora più apertamente.

Motivo per festeggiare
Il vero motivo del viaggio a Oslo era però sicuramente più piacevole: la Norvegia celebra il cinquantesimo anniversario della depenalizzazione dell’omosessualità. Per saperne di più sulla storia dei diritti LGBTI in Norvegia, i soci di Network hanno visitato la sede di «FRI», la più grande e importante organizzazione LGBTI del Regno. Dal 2016 l’associazione si chiama ufficialmente «FRI – foreningen for kjønns- og seksualitetsmangfold», che in italiano significa pressoché «Liber* – Associazione per la diversità di genere e di sessualità».

Daniel ha potuto illustrare al gruppo che la legalizzazione ha creato di per sé solo il presupposto giuridico per un cambiamento. Che poi anche la società realizzasse questo cambiamento, ha rappresentato un’altra sfida.

Il vicepresidente di «FRI» ha parlato anche dei compiti attuali. Uno di questi riguarda le persone trans che per sottoporsi a interventi chirurgici per l’adeguamento dei caratteri sessuali possono rivolgersi solo a un’unica clinica a Oslo. Solo circa due dozzine di persone all’anno si sottopongono a tali interventi. La Norvegia ha circa tre milioni di abitanti in meno della Svizzera, ma è quasi dieci volte più grande. Le persone trans devono quindi affrontare spesso distanze enormi ed è a questo riguardo che «FRI» cerca ora soluzioni.

Robert Lussi è rimasto impressionato dai fondi a disposizione dell’associazione per il proprio lavoro. «I progetti vengono approvati e finanziati dallo Stato in modo rapido e semplice», afferma Robert. Il nuovo e magnifico edificio in cui «FRI» ha avuto il permesso di trasferire i propri uffici ne è una dimostrazione.

Edvard Munch e Gustav Vigeland
Tra i soci di Network ce n’erano anche due che conoscono molto bene la Norvegia: uno di loro è il co-organizzatore Ole Geving, che si è trasferito da Oslo a Basilea due anni fa. E l’altro è Steven Eitner, anch’egli del gruppo regionale di Basilea, che ha dei familiari in Norvegia, ma a Bergen, a 300 chilometri a est di Oslo. «Questo naturalmente ci ha permesso di avere una prospettiva del tutto diversa sul Paese e ha dato al nostro viaggio un tocco personale», afferma Robert.

Cosa deve assolutamente vedere chi visita Oslo, a suo parere? Tra le cose da vedere c’è per esempio il Museo Munch, costruito l’anno scorso, con undici gallerie espositive su tredici piani, in cui si può ammirare anche il suo famosissimo dipinto intitolato «L’urlo».

Oppure si può visitare il nuovo Museo Nazionale, inaugurato lo scorso giugno. Un ultimo consiglio turistico di Robert: il Vigelandpark. «Poter ammirare all’aperto tante bellissime e in parte famosissime sculture è davvero un’esperienza molto speciale.»

Testo: Silvan Hess
Traduzione: Angelo Caltagirone

 

iscrizione alla newsletter