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Swiss Diversity Award 9.10.20

In futuro il riconoscimento sarà assegnato a scadenza annuale

Michel Rudin
Michel Rudin

Michel, quanto pensi che si siano affermati gli Swiss Diversity Awards in Svizzera oggi?
Per far sì che un marchio – e questo è lo Swiss Diversity Award – si affermi, ci vogliono tempo e sicuramente più di due edizioni. Ciò che mi ha reso molto felice è stata la risonanza che ha avuto levento nella stampa: l’argomento è stato riportato da tutti i principali media, come SRF, Blick, 20 Minuten e così via.

Quanti sforzi sono stati necessari per il consiglio direttivo per svolgere la seconda edizione della serata di gala dei Swiss Diversity Awards, invece di annullarla completamente a causa del coronavirus?
Non è stata davvero una decisione facile per noi. Vi erano delle responsabilità da assumersi nei confronti di tutti gli ospiti, dei presentatori, delle presentatrici e dei candidati. La nostra decisione è stata rischiosa anche perché non conoscevamo le direttive e le misure che sarebbero state in vigore all’inizio di settembre. Ma la nostra motivazione è stata più grande, così come la volontà: sono contento che alla fine ce l’abbiamo fatta.

Cos’è stato diverso rispetto a due anni fa?
Abbiamo raccomandato di indossare mascherine al chiuso ove possibile e abbiamo messo a disposizione il disinfettante. Inoltre, abbiamo chiesto a tutti di mantenere le distanze. Sul palco, però, non è stato sempre facile, perché le emozioni a volte sono travolgenti… e possiamo dire di aver imparato molto. Nonostante le drastiche misure, abbiamo guadagnato in professionalità. È stata una serata meravigliosa, costellata di tanti momenti ricchi di emozioni, nonostante il programma fosse molto compatto.

Lo Swiss Diversity Award viene assegnato in diversi settori, non tipicamente LGBTIQ, come lo sport, l’arte e l’istruzione, la disabilità o la politica, ma l’associazione è sotto il patrocinio di PinkCross. Perché?
L’idea originaria puntava su due obiettivi: raggiungere persone anche al di fuori della comunità LGBTIQ e ottenere un ampio sostegno. Non solo gli omosessuali sono discriminati, anche le donne o le persone con disabilità ne sanno qualcosa. Riteniamo che tutti questi gruppi debbano e possano sostenersi a vicenda. Desideriamo riunire tutti coloro che si impegnano per una Svizzera migliore e più diversificata. Per me è una questione personale: in qualità di femminista e attivista gay, naturalmente mi oppongo anche alla discriminazione nei confronti delle persone con disabilità. Non è questa la società in cui voglio vivere, anche se non faccio parte di questo gruppo.

Perché le associazioni di disabili come INSO o Insieme non partecipano?
In futuro, vogliamo effettivamente aprirci ulteriormente, sia nella giuria che nel consiglio direttivo.

A queste associazioni non interessa il premio?
No, tuttaltro! Dietro le quinte ricevo molti feedback positivi e apprezzamenti. L’interesse ad aprirsi non manca. Anche se non è un fatto ovvio, perché ogni gruppo vuole affrontare dapprima il problema dalla propria prospettiva. Ci stiamo lentamente affermando – dateci ancora un po’ di tempo…

Quali sono i prossimi sviluppi? C’è già una data per la prossima assegnazione degli Swiss Diversity Awards?
Stiamo programmando sicuramente per il prossimo anno, ovvero il 4 settembre 2021. Dopo di che, vogliamo fissare un   ritmo annuale. Lo sforzo è immane. Ma siamo in una buona situazione finanziaria e organizzativa. Sono sicuro che ce la faremo.

Testo: Michel Bossart
Traduzione: Angelo Caltagirone

 

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