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Kunsthaus di Zurigo
 3.1.24

Ombre del commercio d’arte: i soci di network visitano la mostra di Bührle

Kunsthaus di Zurigo
I soci di network contemplano dipinti dal passato movimentato (Foto: Urs Lanter)

La Kunsthaus di Zurigo ha riorganizzato la collezione Bührle con un focus sulle proprietarie e i proprietari ebrei precedenti suscitando nuove critiche.

È stato un vero e proprio schiaffo per la Kunsthaus di Zurigo: a poche settimane dall’apertura della nuova presentazione della collezione Bührle, il comitato scientifico appositamente creato per la mostra si è dimesso. Il motivo: il focus è troppo incentrato su Bührle e ignora le collezioniste e i collezionisti perseguitati ed espropriati. Le critiche al modo in cui vengono presentate le opere d’arte di dubbia provenienza sono ancora in corso. L’accusa della commissione è giustificata? network Zurigo ha voluto scoprirlo con una visita guidata in loco il 29 novembre.

Focus sulla provenienza
L’argomento, di cui hanno parlato i media ha attirato a Zurigo vari soci interessati provenienti da diverse regioni: l’evento era limitato a 20 persone ed è andato subito esaurito; oltre ai soci di Zurigo, hanno partecipato all’evento anche gli amici di Basilea e Berna.

L’organizzatore Urs Lanter non riesce a capire le ultime critiche. L’anno scorso, i soci di network di Zurigo hanno visitato la prima presentazione della collezione Bührle in due parti: le differenze di approccio sono inconfondibili. «Ora viene chiarita attivamente la provenienza e le biografie delle collezioniste e dei collezionisti ebrei, a cui è stata attribuita molta importanza». Per la prima volta, con alcune foto è stato dato un volto anche a queste persone.

Una dubbia «caccia all’affare»
Una sala importante della mostra è dedicata ai dipinti confiscati dai nazisti. Vi trovano spazio anche le opere che le collezioniste e collezionisti profughi hanno dovuto vendere in Paesi terzi per necessità. Il fabbricante di armi Emil G. Bührle, che a partire dal 1940 ha rifornito di armi solo le Potenze dell’Asse diventando l’uomo più ricco della Svizzera grazie alle atrocità della guerra, ha approfittato della situazione dei rifugiati per una dubbia «caccia all’affare».

Dal punto di vista legale ed etico, la questione è altamente complessa. «Gli eredi hanno diritto ai dipinti perché sono stati venduti forzatamente? Probabilmente non vi sarà mai un pieno consenso al riguardo», afferma Urs.

Lo storico indipendente Raphael Gross è stato incaricato di valutare la ricerca sulla provenienza della Fondazione Collezione E. G. Bührle. La sua relazione è attesa per la prossima estate. La mostra sarà aggiornata in base alle sue scoperte.

Immagini iconiche
Ma la visita guidata non si è persa completamente in questo meta-livello della provenienza: c’erano anche i dipinti stessi, alcuni dei quali sono tra le opere più famose della storia dell’arte. Urs è rimasto particolarmente colpito dall’opera di Paul Cézanne Il ragazzo con il panciotto rosso, che com’è noto era stata rubata nel 2008 ed è ricomparsa quattro anni dopo a Belgrado.

Anche La piccola Irene (La bambina con il nastro blu) di Auguste Renoir è stata oggetto di ammirazione da parte di Urs. Questo capolavoro impressionista occupa tutta la prima sala della mostra. «Si tratta di immagini forti e iconiche che dimostrano che l’artista si era avventurato in una nuova direzione, ancora inesplorata», afferma Urs.

Conclusione al bar della Kunsthaus
La visita guidata di 60 minuti, estremamente vivace, è stata progettata da una fantastica mediatrice d’arte. In occasione del giro di domande che i soci di network hanno posto dopo la visita, è stata ancora una volta in grado di dimostrare tutte le sue competenze e conoscenze in materia. Molti del gruppo si sono poi trattenuti per un po’ nel bar della Kunsthaus, dove hanno discusso della mostra e di argomenti privati.

«La Kunsthaus di Zurigo fa la cosa giusta», conclude Urs. «Devi mostrare al pubblico in modo trasparente da dove provengono le opere esposte». Ma ora spera che dopo questa mostra si possa tornare a dedicarsi maggiormente all’arte stessa.

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