L’esempio di Berna mostra come nasce una collaborazione ad ampio raggio: con il coraggio di creare partnership diversificate, una base di soci impegnata e una fitta rete di contatti.
Insieme a Swiss Diversity e alla comunità della Cattedrale di Berna, network Berna ha organizzato il 24 settembre 2024 una serata di grande ispirazione e piena di spunti di riflessione. Ospiti di spicco come il sindaco Alec von Graffenried, la Consigliera nazionale Sibel Arslan e il regista Michel Steiner hanno illuminato aspetti della convivenza nella Cattedrale di Berna con particolare attenzione alla politica, alla chiesa e alla comunità queer. All’evento hanno partecipato circa 150 ospiti.
È stata di nuovo una manifestazione per cui network Berna ha collaborato con un’altra organizzazione. Negli ultimi anni vi sono già stati eventi comuni con hab queer bern, i QueerOfficers, Wybernet, ABQ e RainbowFamilies. Il gruppo regionale ha organizzato anche letture con QueerBooks, ha aiutato a fondare QueerAltern Bern e ha sostenuto il coro Schwubs e la manifestazione UNCUT queer Cinema.
Tre fattori decisivi
Come si fa a instaurare questo tipo di collaborazione, che aumenta la notorietà di tutte le parti coinvolte e migliora l’immagine dell’associazione? Secondo il responsabile regionale di Berna, André Burri, e Adi Schmied, che insieme a Markus Dinhobl è responsabile degli eventi bernesi, almeno tre fattori giocano un ruolo importante: la posizione geografica, una base di soci con molte idee e tanto impegno e una direzione regionale con doti «investigative».
«A Berna ci troviamo al centro della Svizzera sul piano sia geografico che politico», dice Adi. «Oltre alle organizzazioni governative, qui ci sono anche numerose organizzazioni non governative che si impegnano per temi socio-politici che ci riguardano.» Nella città federale vi sono pertanto più opportunità per sfruttare sinergie preziose.
Fiutare le piste giuste
Secondo Adi ci sono due modi per fare nascere una collaborazione. Sul piano informale, un socio di network che ha dei contatti presso un’autorità, un’azienda o un’organizzazione funge da «apripista», e coordina poi anche l’evento insieme al team dedicato. Per la manifestazione nella Cattedrale, è stato per esempio il nostro socio Michel Rudin, membro del consiglio ecclesiastico evangelico-protestante, a far cadere la prima tessera del domino.
Gli eventi politici spesso seguono invece il percorso ufficiale, il più delle volte con l’aiuto di stakeholder interni che si assicurano che le questioni di network arrivino al momento giusto a chi di dovere.
A volte il responsabile regionale André gioca a fare l’investigatore e sfrutta la sua rete di contatti. Com’è stato, per esempio, l’anno scorso per la cerimonia nella Heiliggeistkirche: grazie a un socio dell’associazione appartenente al partito UDC, è arrivato a contattare il Consigliere di Stato Christoph Neuhaus. Un’altra pista lo ha portato poi all’amministrazione federale, e alla fine ha ricevuto l’indirizzo diretto di posta elettronica della Consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider. Alla fine, all’evento hanno partecipato 450 persone.
L’impegno arriva dalla base
In ultima analisi è però fondamentale il contributo dei soci che mettono a disposizione le loro idee e la loro rete di contatti. André si assicura che tutte le proposte vengano ascoltate e che si traducano in un programma variegato. Non vuole intromettersi troppo nell’organizzazione vera e propria. «In fin dei conti sono un esperto assicurativo, per gli eventi abbiamo nel team dei perfetti professionisti.»
Anche Adi sottolinea che alla fine per i contenuti occorre ringraziare il grande impegno dei soci di network. «Quanti più uomini motivati ci sono in gioco, tanto più ricco diventa il programma del gruppo regionale.»